TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Il primo colpo per la nuova stagione di Serie A2 per la Pallamano Tavarnelle ha un nome e un cognome: Francesco Vermigli. Ma prima che un “colpo” è un ritorno a casa dettato dal cuore.

“Era già da tempo che avevo questa idea in testa – spiega Francesco – Mi mancava di giocare con le persone con cui sono cresciuto e che fanno parte della mia seconda famiglia, quella della Pallamano Tavarnelle”.

Dopo due anni a Siena, ecco la decisione di tornare a vestire il biancoverde con cui è cresciuto: “Quella di Siena è stata una bellissima opportunità: poter giocare nella massima serie, vedere da vicino i giocatori più forti del panorama italiano, giocare nella finale di Coppa Italia, avere come compagno un giocatore come l’argentino Riccobelli che ha disputato le Olimpiadi. Mi sono buttato in questa avventura con grande entusiasmo. Poi però, dopo questi due anni, mi sono guardato allo specchio, ho parlato col presidente Marco Santandrea. Ho 28 anni, a causa del lavoro il tempo a disposizione è sempre meno. Era giusto così. E io ho sempre pensato che volevo finire la carriera a casa mia. Avevo voglia di tornare con un pezzo importante della mia vita, in una società che mi ha fatto sempre sentire importante”.

Anche se ovviamente i rapporti non si erano mai interrotti: “E’ stata una scelta di cuore. Mi mancava soprattutto il legame con lo spogliatoio. Poi il fine settimana uscivo a Tavarnelle e mi sentivo comunque strano per il fatto di non giocare più insieme a quei ragazzi. Perché per noi qui la pallamano è anche questo: stare insieme, condividere”.

Una carriera che Fancesco ha cominciato intorno ai dieci anni: “Il gruppo ’91-’92 è stato storico per la società. Abbiamo cominicato tutti insieme, abbiamo fatto le finali nazionali nel 2010, abbiamo conquistato la storia promozione in Serie A nel 2016. E tutto questo mi mancava. Anche se poi spesso ho seguito la squadra anche in campionato in questi due anni, dalla tribuna, ogni volta che ho potuto”.

“Che idea mi sono fatto dell’ultima annata? – spiega – Che Tavarnelle ha buttato via qualche partita che poteva vincere e non ha perso l’abitudine di 10-12 minuti di buio totale ogni tanto: una caratteristica che purtroppo faceva parte del dna della squadra anche quando c’ero io. Però è anche una bella squadra con tanti giovani e che può crescere ancora”.

Il ritorno sarà in punta di piedi: “A Matteo Pelacchi l’ho detto subito: torno ma non voglio rubare il posto a nessuno. Sono contento che ci siano tanti giovani bravi perché loro sono il nostro futuro. Per me sarà un anno zero a livello personale: mi piace l’idea di fare un po’ da chioccia e poter aiutare i giovani a crescere”.

Poi il sogno di tornare presto in campo: “Speriamo di poter ricominciare presto, il campo ci è mancato tanto. E sarebbe anche bello di poter tornare a giocare in campionato a Tavarnelle. Quando succedeva, davanti a 200 e più persone, era sempre un’atmosfera incredibile per noi che scendevamo in campo. A Colle, anche dopo una vittoria, non c’era la stessa soddisfazione da condividere con tutto il paese”.

“Francesco è un buon giocatore oltre ad essere un bravo ragazzo – commenta il dt Matteo Pelacchi – È stato uno degli atleti che ha sempre dato molto per la nostra società e uno degli artefici della mitica e storica promozione in serie A. Sono felice che abbia accettato di tornare da noi e di sposare in pieno il nostro progetto, ha un carattere forte e può aiutarci nel nostro percorso di crescita con i giovani. Sicuramente ancora può dare tanto anche in campo, andiamo a rafforzare il ruolo di ala destra con un mancino di tutto rispetto per la serie A2. Ma il nostro mercato non è finito qui… a breve ci saranno altre novità”.

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