SAN GIMIGNANO – “Ho un sogno: mi piacerebbe fare il direttore sportivo. Ci sto pensando seriamente. Dopo 15 anni da allenatore, credo che avrei molto da dare in un ruolo nuovo. Avrei voglia di mettermi alla prova”.

Fabio Ercolino, in tempo di lockdown sportivo, sposta in alto la sua asticella personale. Ma intanto non stacca la testa dal suo ruolo attuale: allenatore del San Gimignano.

“Finché non ci dicono basta, resto l’allenatore di una squadra che deve finire la stagione. Ma credo che sarebbe normale chiuderla qui”.

“Stavamo facendo un girone di ritorno importante – spiega l’allenatore della squadra valdelsana, in zona play-out al momento dello stop in Eccellenza ma in grande risalita – Ci stavamo tirando fuori dai bassifondi. Peccato, perché eravamo convinti di centrare la salvezza diretta. Ma credo che non sia il margine per riprendere la stagione in sicurezza. C’è l’emergenza di tutto un paese, le priorità di tutti adesso sono altre: tornare a lavorare, riaprire le attività”.

Se vi dicessero di riprendere?

“Se ci dicessero il 18 di riprendere gli allenamenti e dieci giorni di ripartire col campionato, credo mi ritroverei con due giocatori, si farebbero male tutti. Sarebbe assurdo. Poi aggiungo un altro problema: le società che vivono di sponsor come potrebbero arrivare in fondo alla stagione? E le spese per uno staff medico che garantisca il rispetto dei protocolli chi può permettersele? Mi auguro davvero che tutto finisca così”.

Se dovessere essere Ercolino a decidere la formula di fine della stagione, quale sarebbe?

“A 5 giornate dalla fine, direi di far salire la prima e retrocedere l’ultima. La classifica dice quello. Credo che alla fine non ci sarebbero nemmeno troppi reclami”.

C’è il rischio che tante società non ripartano a settembre?

“Non credo che alla fine ne sparirebbero tante, almeno in Toscana. Di sicuro però ci sarà un grande ridimensionamento, tra Serie D, Eccellenza e Promozione. I giocatori soprattutto si dovranno adeguare, non potranno più prendere il calcio come un lavoro a questi livelli. Si dovrà tornare agli anni ’90, da veri dilettanti, al semplice rimborso spese. ”.

Qual è l’umore dei suoi ragazzi?

“L’umore è positivo. Ci sentiamo in videochiamata, c’è dispiacere perché si stava facendo bene. Venivamo da 11 risultati utili consecutivi, credevamo davvero in una salvezza diretta. Ma adesso ricominciare da lì sarebbe duro. Non è facile rimettersi con la testa”.

Quanto le manca il pallone?

“Dopo 35 anni di calcio tutti i giorni, manca qualcosa proprio nel quotidiano. Non ero mai stato così tanto senza. Manca anche soltanto il tornare a casa la sera dopo un allenamento e pensare già all’allenamento successivo”.

Per il futuro immediato saranno anche da rivedere anche i meccanismi delle “quote”?

“Sicuramente. Io sono da sempre un grande sostenitore dei giovani nel calcio. Ma bisogna dare ai ragazzi la possibilità di maturare con calma, con il giusto sostegno, di farli crescere senza fretta. Potrebbe essere questa la possiblità di dare loro un’altra chance. Purtroppo siamo tutti frettolosi con la ricerca del risultato, quando invece a volte conterebbe di più far crescere un ragazzo che vincere un campionato”.

Ma quindi Ercolino dice addio alla panchina?

“Come allenatore in questi anni credo di aver dato tanto. Adesso avrei voglia di intraprendere un percorso nuovo. Mi piacerebbe tornare presto nella categoria superiore: non ce l’ho fatta come allenatore, chissà che non ci riesca come direttore sportivo…”

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