GREVE IN CHIANTI – “Come tutti gli sportivi, anche noi non vediamo l’ora di ripartire. Aspettiamo soltanto di sapere dalla Federazione come e quando poterlo fare”.
Le parole sono del responsabile del settore giovanile e della scuola calcio Cristian Casci: in casa della Grevigiana non si aspetta altro che l’ok per poter ricominciare a far correre il pallone sul prato del “Franchi”.
“Ovviamente – prosegue Casci – la nostra società, dal presidente Coppi a tutti i collaboratori, come prima cosa ha a cuore la salute di tutti e ripartiremo soltanto quando saremo sicuri di poterlo fare senza nessun pericolo”.
Lo stop è arrivato in un momento cruciale della società: “Per una società come la nostra questo sarebbe il momento più bello. I campionati nel vivo della stagione, il via ai tornei estivi. In questo periodo ci sarebbe stato il nostro Grevigiana Meeting che purtroppo è stato annullato. E poi quanto ci dispiace non poter fare le consuete cene con gli allenatori e quelle di fine anno coi genitori!”.
“Appena possibile recupereremo il tempo perso – dice Casci – Abbiamo la speranza che la Federazione e l’ammnistrazione comunale poi facciano la loro parte per aiutarci a ripartire nel miglior modo possibile. Certo, alla luce dei vari decreti emanati e di quelli futuri, bisognerà capire come ripartire”.
“Fino a un vaccino, sarà difficile pensare seriamente alla parte agonistica – analizza il dirigente gialloblù – ma intanto in società lavoriamo di fantasia per immaginarci anche quello che potrebbe essere un lavoro da portare avanti coi ragazzi convivendo con le limitazioni legate al distanziamento sociale”.
“Tutti i nostri istruttori, che sentiamo quasi quotidianamente – spiega – hanno tanta voglia di ricominciare presto. Ci faremo trovare pronti. Intanto proviamo a progettare anche i centri estivi, immaginando come potrebbero essere, anche se sappiamo che probabilmente alcuni gesti tecnici non potranno svilupparsi ancora come prima: dal contrasto alla partitella. Ma ovviamente finché non ci sono direttive precise, tutto è ancora prematuro”.
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