foto per gentile concessione di Antonio Badalucco

SAMBUCA (BARBERINO TAVARNELLE) – Ne prese 12 (in senso di gol) la Sambuca quel giorno, in appena 45 minuti. Eppure quella giornata è rimasta comunque nel cuore di chi l’ha vissuta.

L’8 febbraio 2007 i biancoverdi sfidarono la Fiorentina ai “campini”.

“A Prandelli quell’anno piaceva sfidare le squadre di Prima categoria, le riteneva rognose al punto giusto come allenamento in mezzo alla settimana” ricorda il portiere di quella formazione, Massimo Papi.

foto per gentile concessione di Antonio Badalucco

“Lo confesso, da tifoso della Fiorentina, avevo anche paura che si facesse male qualche giocatore viola – prosegue il n.1 oggi alla Sancascianese – A un certo punto Gamberini ricadde male su un cross e si fece male a un ginocchio, ma fece tutto da solo…”.

“Fu comunque una gran bella esperienza – continua l’esperto portiere – Quando giochi con quei giocatori, ti rendi conto del passo incredibile che hanno. Io ho cominciato a Prato in Serie C, ma ovviamente alla Fiorentina i ritmi erano ancora più alti. Bastava vedere la velocità che avevano anche solo nello stop e tiro”.

foto per gentile concessione di Antonio Badalucco

Papi fu infilato ripetutamente dai vari Montolino, Reginaldo, Pazzini, anche se mancavano Toni e Mutu…: “Frey mi aveva promesso i suoi guanti – ricorda – poi a fine partita rimase però in campo per proseguire il suo allenamento individuale e i guanti non li ho mai avuti” scherza Papi.

Quella Sambuca era destinata a retrocedere ai play-out dopo la doppia sfida con la Molinense: “Ma la vera impresa si era fatta l’anno prima – ricorda Massimo – All’ultima giornata eravamo ultimi e si vinse in casa della Bucinese che era terza. Agguantammo il Dicomano e ci giocammo lo spareggio, vinto sul campo di Ponte a Niccheri. Poi ai play-out strapazzammo il quotato Levane all’andata a San Donato e al ritorno in Valdarno”.

foto per gentile concessione di Antonio Badalucco

“Per farti capire che banda di grulli si fosse – ricorda l’allenatore di quelle annate, Paolo Mannucci – la sera prima dell’amichevole con la Fiorentina mi chiamò un mio giocatore e mi disse: mister, secondo me domani si fa 1-1. Era proprio convinto, mica scherzava. Non ti dico il nome, per non farlo passare male”.

“Quando si arrivò allo Stadio, Corvino ci disse di non entrare sui giocatori viola. Dentro di me dissi: t’immagini come va a finire… Si fece un tempo solo da 45 mintuti: mi ricordo che però almeno si tirò due volte in porta con Brocchi e Leto. A fine partita Reginaldo venne a farci i complimenti: bravi, bella squadra. Pensavo mi prendesse in giro. Invece poi capii che diceva sul serio”.

“Quel pomeriggio si videro cose incredibili per squadre come la nostra – continua Mannucci, però interista doc – come i lanci di 40-50 metri di Liverani o un colpo di testa che fece Pazzini: prese la traversa con una fucilata, la testa gli si girava così tanto per incornare che sembrava la bambolina dell’Esorcista….”

“Diversi gol li fece un ragazzino degli Allievi che entrò e sembrava un fenomeno – ricordano Papi e Mannucci – Un certo Lepri”.

Giacomo Lepri, classe ’90, prometteva bene ma non ha mai sfondato veramente. Tre anni tra C1 e C2 (tra Paganese, Viareggio e San Marino), adesso gioca in Promozione umbra, nello Julia Spello.

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