GREVE IN CHIANTI – Proseguiamo la nostra inchiesta su cosa fanno e come stanno le società sportive in questo periodo. Abbiamo contattato Gianluca Valeri, presidente della Virtus Buonconvento, società che ha da poco preso, come gestore unico, la piscina comunale di Greve in Chianti.

“Questa stagione era partita bene dal punto di vista gestionale – riflette Valeri – facendo parte come soci anche della gestione precedente conoscevamo bene l’impianto e le sue necessità, dal punto di vista atletico essere entrati a far parte di una società storica e vincente come la Virtus ha dato slancio e morale a molti ragazzi. A Greve abbiamo una squadra prettamente giovanile ma già si vedono ottimi risultati, per esempio Silvia Belli, nella sua categoria si è già fatta notare a livello Nazionale e ci rende molto orgogliosi”.

“Come società abbiamo vari atleti professionisti – tiene a evidenziare – fra tutti Fabio Laugeni e Lisa Angiolini. Lisa si è allenata fino a pochi giorni fa nella speranza di potersi giocare una convocazione per gli Europei di Nuoto o addirittura le Olimpiadi, ma ora che tutto è stato rimandato dobbiamo decidere cosa fare”.

“Appena è uscito il primo Dpcm – ricorda Valeri – siamo subito adeguati, prima limitando gli accessi alle piscine fino ad arrivare la chiusura”.

“Per gli atleti è un bel problema – adesso parla da preparatore atletico – tutti hanno avuto tramite gli allenatori dei protocolli da fare a “secco”, ma si parla di ragazzi e ragazze che si allenavano anche tutti i giorni in piscina, perciò senza acqua perdono tantissimo. Un ragazzo/a di 12–13 anni riesce a ripartire anche dopo una pausa di due, tre settimane, ma un atleta di 24–25 anni praticamente riparte da zero. In teoria dovrebbero allungare la stagione sportiva, almeno molti atleti potrebbero concludere i rispettivi campionati”.

Gianluca Valeri

“Dal punto di vista economico questo stop è disastroso – prosegue Gianluca – noi siamo una società solida, gestiamo in totale 14 impianti, abbiamo resistito nel tempo a tanti problemi, ma stavolta siamo davvero in difficoltà, non so se e come riusciremo a ripartire. Ovviamente, questa chiusura era indispensabile, perché non esiste niente di più importante della salute”.

“Diversamente da tutti gli altri settori sportivi, andiamo ad acqua calda ed è una differenza enorme dal punto di vista dei costi di gestione – ci dice preoccupato – ora ci troviamo in una situazione che sovrasta qualsiasi previsione funesta che avessimo potuto immaginare. Quando la piscina è aperta l’ambiente interno deve essere a 29° e l’acqua sempre calda, abbiamo abbassato le temperature ma se spegnessimo del tutto il riscaldamento non riusciremmo più a riportare a regime l’ambiente interno. In più l’acqua va sempre tenuta potabile, gli impianti perciò devono restare sempre in funzione, con un continuo consumo di energia elettrica. Solo di costi per l’energia termica a Greve andiamo sui 10.000 euro mensili”.

“Con l’ultimo Dpcm – ci racconta – è prevista la sospensione dei canoni comunali e nient’altro per le società di gestione come siamo noi. Purtroppo abbiamo circa 350 persone tra dipendenti e collaboratori sportivi che sono a casa, per i secondi si spera che arrivino i soldi promessi dallo Stato, anche perché loro non hanno nessun’altra forma di tutela; ma comunque tutti sono consapevoli che rischiano di perdere almeno uno stipendio e questa situazione ci addolora come non mai”.

“Il blocco di tutti gli impianti in questo periodo è la peggior cosa che potesse succedere. Generalmente – continua – ora si abbassano i costi e aumentano le presenze, molti fanno l’abbonamento trimestrale. Saltando marzo e quasi sicuramente anche tutto aprile si perde completamente tutto il finale di stagione. Immaginatevi che le nostre piscine stanno aperte dalle 9 del mattino alle 21 di sera, oltre alla parte agonistica e ai corsi vengono usate dalle gestanti, dagli anziani, per la riabilitazione, il nuoto libero. Possiamo dire che hanno una funzione sociale importante”.

Sul futuro? “E’ impossibile fare previsioni, parleremo con i Comuni e con le amministrazioni locali, gli mostreremo le perdite e vedremo come fare; noi vogliamo riaprire, vogliamo pagare gli stipendi, non vogliamo abbandonare i nostri ragazzi”.

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