FIRENZE – Quattro mesi di squalifica a Matteo Spinelli (“Espulso per somma di ammonizioni, dopo la notifica cercava con veemenza il contatto fisico con l’Arbitro. Veniva trattenuto dai propri compagni che a fatica lo allontanavano per evitare che venisse a contatto con il D.G., il quale avvertiva il pericolo di essere colpito violentemente” dice la motivazione) , tre giornate a Giacomo Matteo, oltre una a Carlo Caschetto (tutti e tre espulsi contro il Badesse): le decisioni del giudice sportivo non sono andate giù al Porta Romana.

“Con grande sorpresa abbiamo preso visione delle decisioni del Giudice Sportivo pubblicate sul Comunicato Ufficiale n. 43 – scrive in una nota ufficiale il club arancionero – Il dispositivo – per la gravità delle sanzioni inflitte ai nostri tesserati, ma soprattutto per le motivazioni addotte – risulta del tutto disallineato con la nostra percezione di quanto accaduto domenica pomeriggio nel corso della partita contro le Badesse. Per quanto potuto osservato in presa diretta allo stadio, e per quanto rivisto successivamente nell’ampia sintesi video realizzata da TV Prato, ci saremmo aspettati una giornata di squalifica per tutti e tre i nostri giocatori espulsi (tutti per doppia ammonizione)”.

“Rispettiamo, beninteso, le decisioni degli arbitri e dei Giudici Sportivi – continua il club – E quando un nostro tesserato eccede nei suoi comportamenti, è giusto che sia opportunamente sanzionato. Ma le sanzioni devono essere sempre commisurate ai fatti e al contesto della partita. Stupisce in particolare la lunga squalifica a tempo inflitta al calciatore Matteo Spinelli, che appare sproporzionata anche rispetto a sanzioni comminate recentemente nella stessa categoria per situazioni ben più plateali, con calciatori venuti a contatto fisicamente con il direttore di gara. Per quanto accaduto domenica non ci sentiamo di condannare Spinelli, rinnovandogli la nostra stima per l’impegno e la passione con cui insegue il sogno di ritornare nel calcio che conta. Avremo comunque la possibilità di far valere le ragioni della società e del calciatore in sede di ricorso”.

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