TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – Inutile girarci intorno. Il trasferimento di Michele Montuschi dal Centro Storico Lebowski all’Audace Galluzzo non è un trasferimento come tanti.

L’addio del fantasista alla maglia grigionera, alla tifoseria più calda della Toscana, per trasferirsi a pochi chilometri, proprio in casa della rivale più accesa, non è ordinaria amministrazione.

SportChianti si è fatto raccontare motivi, speranze, emozioni, proprio dalla viva voce di Montuschi, frenato nell’ultima stagione da un infortunio che ha limitato a poche partite la sua presenza in campo.

Michele, innanzi tutto come stai?

“Molto bene sono rientrato nell’ultima parte dell’anno e sinceramente non pensavo di farcela ma è andato tutto per il meglio”.

Sei passato all’Audace Galluzzo: quali i motivi di questa scelta?

“Sono passato al Galluzzo perché mi hanno cercato e voluto fortemente, e questo è molto importante. Dico grazie a mister Morandi, che mi ha trasmesso da subito una carica incredibile! E poi ai tanti ragazzi che conosco, che mi hanno coinvolto con grande entusiasmo”.

Lasci per andare a giocare in una delle rivali storiche del Centro Storico Lebowski. E probabilmente sarete nello stesso girone anche il prossimo anno: come pensi ti sentirai quando troverai di fronte le maglie grigionere?

“Certo incontrare il Lebowski sarà una grande emozione, soprattutto perché ritroverò tanti compagni di battaglie con cui ho condiviso momenti calcistici indimenticabili. E poi la curva… che dire: amore puro”.

Cosa ha voluto dire per te giocare con quella maglia addosso?

“Ho fatto una scelta di vita tre anni fa e sarò sempre grato di aver fatto parte del Lebowski: ma nella vita le storie iniziano e finiscono. E’ andata così, ma quello che ho provato in questi anni me lo porterò sempre nel cuore”.

Vorresti salutate pubblicamente qualcuno in particolare?

“Per salutare tutti mi ci vorrebbe un libro, quindi sarò breve: ci tengo a salutare sicuramente tutti i compagni con cui ho condiviso questa bellissima avventura, la curva che rimarrà sempre nel mio cuore. Diego Murras, un fratello, un amico vero, un compagno, un allenatore: una persona di quelle che non esistono più”.

Matteo Pucci

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