TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Primo anno in panchina, e subito promozione dalla Terza alla Seconda categoria.
Per essere uno che non pensava neanche di fare l’allenatore non è certo male.
SportChianti ha incontrato Lorenzo Andreucci, mister della Libertas Tavarnelle, tornata nei dilettanti (dopo gli anni di Amatori) lo scorso anno. E subito promossa in Seconda categoria dopo una lunghissima stagione che l’ha vista brillare anche in Coppa Toscana.
Lorenzo, da bomber a mister…
“Ho smesso di giocare lo scorso anno. Dove ho giocato? Eh… ci vorrebbe del tempo per dirle tutte: San Donato, Mercatale, Antella, Gallianese, Impruneta, Barberino negli ultimi quattro anni. Mi mancavano 9 reti per arrivare a 200 e mi è dispiaciuto smettere, ma a 42 anni era dura. Ho dovuto smettere soprattutto per i dolori dovuti a un problema alle anche”.
Quando giocavi ti ci vedevi allenatore?
“Ho sempre detto che non l’avrei mai fatto. L’ultimo anno a Barberino ero tornato per dare una mano a Simone Gori, una sorta di secondo; poi non si andava bene, mi ero sempre allenato e mi hanno coinvolto. E a 41 anni ho giocato. Poi Simone andò via, guidai la squadra in panchina per una settimana e poi basta”.
Poi è arrivata la Libertas Tavarnelle…
“Mi chiamarono, non conoscevo nessuno ma loro conoscevano me. Me l’avevano già chiesto se mi interessava qualche mese prima, dissi che ci pensavo. Poi ho preso la decisione, in Terza non ci voleva il patentino, loro venivano da un campionato di Amatori, la situazione era di poche aspettative. Ho avuto la fortuna che alcuni ragazzi del Barberino (Conti, Santagati, Agnorelli e Sbaragli) siano venuti senza che gli abbia chiesto nulla. Certo, non è stato facile: lì c’era un concetto di allenamento e gioco, ovviamente, da Amatori, all’inizio è stato un po’ difficile. Lo stesso per la società, sono ragazzi giovani, mancava un po’ di esperienza”.

Ma evidentemente avete subito trovato la quadratura giusta, visto che è arrivata la promozione al primo colpo.
“Abbiamo avuto anche un po’ fortuna, che serve sempre: andare subito di sopra era certo nei nostri pensieri. Un rimpiano per la Coppa? Fino a un certo punto, siamo andati fuori con quattro vittorie e un pareggio e arrivando allo scontro con La Pietà senza difensori titolari. Alla fine forse è stato più bello così: il campionato dimostra costanza di rendimento”.
E adesso? Il passaggio dalla Terza alla Seconda non è facile. Le partite la domenica, la categoria più dura. E poi avevi una rosa enorme lo scorso anno.
“Eravamo 28, la società voleva tenere tutti, anche quello non è stato semplice. Ora ho messo le cose in chiaro, ne ho confermati 12 dei 28. Il problema è che non prevedendo di andare subito di sopra la società si è trovata un po’ spiazzata. Ci sarà da far quadrare i conti, fare la squadra non è facile. Sto cercando di chiamare gente in zona, che sia motivata: servono impegno, passione, senso di appartenenza”.
Con quale obiettivo partite?
“Salvarsi. Che non ci siano discorsi diversi, la Seconda categoria non è la Terza. Quelli che ho confermato e quelli che sto chiamando li conosco bene, e so che possano fare una buona Seconda. Il problema è far conciliare il pallone con il lavoro. Ma cercheremo di far quadrare tutto”.
Voi continuerete a giocare a San Donato in Poggio, con il suo fondo non proprio perfetto… . E poi si prosetta un super girone pieno di derby, Sambuca e Sancascianese in primis.
“E’ vero, a San Donato il fondo purtroppo è quello che è: secondo me lo scorso anno ci è costato anche qualche punto. I derby? Quello sarà positivo, ci darà grandi stimoli”.
Matteo Pucci
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