SAN CASCIANO – Grande orgoglio. Una punta di amarezza. E la voglia di ricominciare. Ovviamente a San Casciano.
A una settimana dall’eliminazione dai playoff di Seconda categoria, ad opera dello Staggia, SportChianti incontra il tecnico della Sancascianese Paolo Mannucci.
Per una chiacchierata su quel che è stato e… su quel che sarà.
Mannucci, a bocce ferme e dopo la sconfitta di Staggia: è più la delusione per essere uscito dai playoff o l’orgoglio di esserci comunque arrivati?
“Entrambe le cose. Immensa soddisfazione per un risultato che alla fine del girone di andata sembrava impossibile; rammarico perché sembravamo ben in partita e mi sarebbe piaciuto giocare i supplementari”.
Quarti di finale di Coppa Toscana e playoff campionato: vedendovi giocare è parso che mancasse qualcosa in termini di esperienza alla squadra. Sensazione giusta?
“Sì. Queste partite da dentro o fuori le soffriamo. Abbiamo molti giovani del ’97, ’98, ’99, anche 2000. Che non sono abituati alla tensione di certe gare. Nello spogliatoio, sia in coppa che a Staggia, vedevo molti visini bianchi dalla preoccupazione”.

L’assenza di Collacchioni, pur nelle sue prestazioni altalenanti, ha pesato nei playoff?
“Sì, moltissimo. Collacchioni è fatto così: genio è sregolatezza, ma averlo avuto a disposizione sarebbe stato per me decisivo. Ha dimostrato durante l’anno di saperlo essere quando è connesso”.
Ripensando all’annata, di cosa è particolarmente orgoglioso? E c’è qualcosa che farebbe diversamente?
“Sono orgoglioso e contento dell’annata, e ci tengo ringraziare società, direttore sportivo, accompagnatori e tutto il mio staff. Un plauso particolare ai ragazzi della squadra che mi hanno seguito ed hanno sopportato molte arrabbiature; di sicuro qualcosa in certe partite avrei cambiato, ma col senno di poi… . Sono abituato a mettermi in discussione e pensare cosa avrei potuto fare di meglio quando vinciamo, figuriamoci in caso di sconfitta”.
Domanda finale… il prossimo anno la ritroveremo a San Casciano?
“Sicuramente. Ho sposato un progetto, ho iniziato a San Casciano nel 1996 e per me tornare era un obiettivo e un sogno. Ho avuto altre richieste, anche da categorii superiori, ma non ci ho nemmeno pensato. Ovviamente sempre che il ds Becattini mi voglia tenere…”.
Matteo Pucci
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