SAN POLO (GREVE IN CHIANTI) – Tristezza. Profonda e totale. Ma anche amore. Tantissimo. Nei confronti di una ragazza di 34 anni che venerdì 25 maggio, sulla strada che percorreva ogni giorno per andare a lavorare in uno studio dentistico a Grassina, ha perso la vita.

Daria Nannelli era sulla sua moto. Fatale l’impatto contro un’auto nella zona di Poggio Casciano.

Oggi a San Polo in Chianti sono arrivati a centinaia e centinaia per salutarla. Per stare vicini alle sorelle, ai genitori. Per far sentire accompagnata Daria nel suo ultimo viaggio.

Giocava a calcio Daria, lo aveva fatto fin da giovane. Oggi militava nel San Giovanni Valdarno, calcio a 5. E quel numero 4, sulla bara e sulle spalle delle compagna, era lì a testimoniarlo.

E proprio una delle sue compagne, a conclusione della funzione, a nome di tutte, ha letto una lettera. Questa.

“Potrai sentire questo odore d’incenso? Potrai vedere noi tutti qua riuniti, e le maglie che indossiamo le potrai toccare?

Potrai ancora guardare il cielo e condividerlo con l’altra metà del tuo cuore? Potrai buttare in aria i petali di una margherita e annusare questa primavera? Potrai nominare sul campo, quello da calcio ovviamente.

Potrai calciare così forte una palla e segnare ancora? Potrai condividere la gioia di una vittoria e sbucciarti un ginocchio per una scivolata? Potrai arrabbiarti e sbraitare contro un arbitro? Potrai ancora prenderci in giro?

Potrai parlare con quella vocina a bambina stupida o mangiare una pizza e lamentarti che fa schifo? Potrai ubriacarti senza ricordarti nulla il giorno dopo? Oppure guardare il mare e ascoltare il rumore dell’acqua e tutte le cose belle che ti circondano?

Potrai chiedere l’aiuto di un’amica se ne avrai bisogno? Mangiare il gelato e fartelo sgocciolare sulle dita?

Potrai baciare, ridere, accarezzare? Potrai ancora fare tutti quei rutti immensi, magari nello spogliatoio all’orecchio di qualche tua compagna? Potrai lamentarti per i tuoi capelli, di qualche ciccina in più?

Potrai sfottere il tuo allenatore o lamentarti per le scale di casa con quel borsone sempre pesante? Potrai ancora raccontarci le tue disavventure e parlarci ancora dei tuoi nipoti?

Queste non sono domande, sono affermazioni, perché ognuna di noi vivrà in tua costante presenza, sei tra noi e ti vediamo camminare ogni giorno.

La vita è una parentesi, il ricordo l’eterno, il corpo il mezzo per transitare, l’anima invece percorre strade infinite.

Sei un approccio di tua madre, un sorriso di tuo padre, le gesta delle tue sorelle e in ogni cosa le tue compagne per sempre insieme dalla vita”.

Ciao. Daria.

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