BAGNO A RIPOLI – Non ha alle spalle una carriera da calciatore importante (“ero il classico difensore centrale con due piedi come ferri da stiro” scherza), né una da allenatore in squadre di vertice. Anzi, tra i dilettanti sta muovendo i primi passi, dopo tante stagioni nel settore giovanile.

Eppure è proprio lui uno tra gli artefici del “miracolo Cubino”, una squadra di amici che è andata ad infilarsi in Prima Categoria, tra piazze dai nomi illustri.

Nicola Vasetti ha il passione del calcio dentro e fuori dal campo: “mazzetta” dei giornali sportivi (soprattutto quelli locali) a portata di mano, collezione del Guerin Sportivo a casa (“ho cominciato nell’84 a comprarlo”) e uno slogan niente male a cui ispirarsi: “La malattia calcistica va coltivata”.

Proprio in questi giorni sta seguendo corso per l’abilitazione Uefa B, necessaria per allenare i dilettanti. Ma di modelli tecnici non ne ha in particolare: “Dei miei vecchi allenatori non faccio nomi, perché dimenticherei qualcuno e mi dispiacerebbe. Da ognuno di loro ho preso qualche insegnamento. Tra quelli famosi, mi piacciono Sarri e Spalletti, anche se quest’ultimo sta antipatico a molti. Ma io ho la passione per i toscanacci”.

Da bambino ha cominciato a giocare nel Bagno a Ripoli e poi nell’Antella fino agli Juniores, esordendo anche in Promozione (“quasi per caso, ero tra quelli che andavano a far numero in panchina”). Poi il passaggio alla Virtus Firenze, che diventerà la sua casa per oltre un ventennio, da calciatore ad allenatore: “Vivo a Bagno a Ripoli, lavoro nella pasticceria di famiglia, aperta da mio nonno nel ’58, a due passi da piazza di Badia, il campo della Virtus è qui dietro: ho sempre avuto tutto a portata di mano e stavo bene così”).

Poi negli ultimi anni il passaggio al Galluzzo con le annate Allievi ’97 e ’98 (“col ’97 abbiamo rischiato di vincere il campionato”), un salto alla Cattolica Virtus come collaboratore del suo amico Francesco Gozzi (“società come la Cattolica ti fanno capire tante cose, per organizzazione e mentalità”) e quindi l’anno scorso la chiamata del Cubino, per prendere il posto di un volto storico dei gialloblù come Alessio Sangiovanni, oggi al Rifredi dopo aver vinto il campionato di Seconda col Novoli.

“Conoscevo da anni il presidente Francesco Conticini e il vicepresidente Matteo Sartini, fratello di un mio caro amico – spiega – Non avevo mai nemmeno pensato di allenare i dilettanti. Me l’hanno chiesto e ho accettato volentieri”.

“Ed è un mondo a parte – racconta – che ti appassiona subito. È stato un anno fantastico, quello passato. Siamo una banda di pazzi, e lo dico con tutto l’affetto possibile. Sono onorato di far parte di questa società”.

Il ruolo di allenatore è cambiato tanto per Vasetti, con la nuova esperienza: “Nel settore giovanile si deve guardare più alla crescita del ragazzo che ai risultati immediati. Qui ovviamente è un’altra storia. La cosa più difficile, in un gruppo così legato come il nostro, è quello di differenziare il ruolo di allenatore da quello di amico. Se ho un merito nella vittoria dell’anno scorso penso sia stato quello di aver detto subito alla squadra: in questa categoria sono inesperto, ho bisogno di voi, aiutatemi e aiutiamoci. Si è creato un bell’equilibrio”.

Fino alla vittoria dei play-off del girone e degli spareggi regionali sul campo di Rosia, con il passaggio dalla Seconda alla Prima al primo tentativo: “Al ritorno tutti i nostri tifosi ad aspettarci per fare festa insieme. Sono cose che ti restano dentro”.

Il campo di casa quest’anno è passato da quello di Bagno a Ripoli a quello dell’Affrico (in attesa che il nuovo sintetico sia pronto però): “Ma il centro del nostro calciomercato rimane il chioschino di Bellariva gestito da un nostro dirigente. È lì che ci ritroviamo per discutere di calcio”.

Gabriele Fredianelli

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