SAN DONATO IN POGGIO (TAVARNELLE) – Marco Ermini, classe 1965, è nato e cresciuto a San Donato in Poggio. Ancora oggi viene ricordato da tifosi e dirigenti come una delle ultime storiche bandiere del San Donato.

Ala destra rapida e scaltra, Marco a soli 10 anni inizia ad avvicinarsi al mondo del calcio a Tavarnelle, nel 1975, agli ordini di mister Luciano Lucii. Dopo appena un anno passa alla Sancascianese, dove svolgerà l’intero settore giovanile.

“A San Casciano – racconta Ermini – la gioia più grande l’ho vissuta con la categoria Juniores nella stagione 84-85. Quell’anno riuscii a segnare ben 17 reti in sole 14 gare. Fu una soddisfazione immensa perché oltre ad aggiudicarci il campionato, riuscimmo a strappare anche la Coppa Toscana dalle mani dello Scandicci, battuto in finale per 2-1 sul campo neutro di Pontassieve”.

Terminata l’esperienza in Juniores, Ermini sarà aggregato alla prima squadra dove resterà fino al 1989 per poi far ritorno a casa, a San Donato in Poggio.

Ermini vestirà la maglia giallo-blu per ben 11 anni: dalla stagione 89-90 fino alla  stagione 99-2000. Con la casacca del San Donato Ermini collezionerà circa 300 presenze per un totale di almeno 80 reti.

“Giocare per il paese in cui sei nato e cresciuto – ci confida Ermini – è stato per me un onore ed un’emozione unica. La cosa più bella è stata riuscire a condividere tante vittorie e gioie con i miei compaesani”.

Su tutte, la vittoria più bella per Marco resta quella della Coppa Toscana di Prima Categoria, nella stagione 89-90, che consentì al San Donato di aggiudicarsi il passaggio in Promozione.

“Dopo un percorso lungo e tortuoso – ricorda Ermini – ci ritrovammo in finale col Montecarlo, sul campo neutro di Calenzano. Quel giorno credo davvero che tutta San Donato si fosse trasferita in quel di Calenzano per assistere a quella partita”.

“La gara fu molto equilibrata – rammenta ancora – e per molto tempo restò inchiodata sul risultato di 0-0. L’episodio decisivo scaturì da una palla persa in un dribbling al limite dell’area dal mio compagno di squadra Giovanni Rosi: il pallone finì proprio sui miei piedi. Fu in quel momento che saltai il mio diretto avversario e con un tiro potente e preciso riuscii a battere il portiere alla sua sinistra”.

Quella finale terminerà così: 1-0, rete di Ermini. Marco, grazie a quel gol, riesce così a regalare ai suoi compaesani e tifosi il ritorno in Promozione dopo ben 24 anni (vittoria del campionato di Prima Categoria nella stagione 1965-1966).

“Un ricordo che porterò sempre nel mio cuore – continua a ricordare Ermini – è quello legato ai festeggiamenti con tutti i tifosi dopo la vittoria di quella splendida finale. Facemmo un vero e proprio corteo di macchine che da San Donato passò prima da Tavarnelle, poi da Barberino, a seguire dalla Sambuca, per poi far di nuovo ritorno a San Donato. In testa al corteo c’era una bianchina cabrio nera, con a bordo tre tifosi che, felici come bambini, tenevano la coppa in bella vista”.

Il rapporto tra Marco ed i suoi tifosi è da sempre stato speciale. Il fatto che Marco avesse da sempre abitato a San Donato lo rendeva ancora più legato a quella maglia, a quei colori ed a quella gente.

“Negli ultimi anni – afferma Ermini – ero affettuosamente soprannominato il “nonno”. Oltre ad essere il capitano del San Donato, ero visto dai miei compagni e tifosi come un vero e proprio punto di riferimento. Ciò mi ha reso ancora più orgoglioso di aver fatto parte di questa fantastica società”.

“Il mio unico rimpianto – conclude infine Ermini – è quello di aver incontrato solo alla mia ultima stagione col San Donato, a ben 35 anni, un allenatore esperto e preparato come Riccardo Marmugi. Con lui avrei potuto fare grandi cose”.

Duccio Becattini

Redazione
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