Sono state settimane molto intense. Entusiasmo, risultati, corse, partite molto toste. Ci stava di rifiatare contro l’Udinese.

E così che Italiano deve aver ragionato sulla partita.

Una cosa completamente diversa da quella che avevamo visto in passato, una Fiorentina che pensava più che altro a gestire la palla, incapace di andare in contropiede o quasi, ma capacissima di tenere il pallino del gioco e rendere la vita difficile agli altri.

Sembrava il preambolo giusto per un pareggino e dopo la sconfitta contro l’Inter sarebbe stato un brodino forse sufficiente: non è andata così.

La Fiorentina ha vinto da grande squadra: soffrendo, non meritando, con alcune seconde linee sugli scudi, con alcune prime linee meno brillanti del solito, con due sensazionali interventi di Dragowski.

Contro l’Inter c’erano stati 50 minuti da “Olanda ‘74”, una cosa che non vedevamo davvero da moltissimo tempo. Un vero peccato non aver chiuso il primo tempo almeno sul 2-0 in quella gara, un Vlahovic leggermente più cattivo e un Handanovic in formato standard anziché “Superman” ce lo avrebbero ampiamente permesso.

Poi il maggior tasso tecnico e il peso dell’esperienza avversaria ci hanno costretti alla resa spendendo tra l’altro davvero molte energie, vista la stupida espulsione finale di un Gonzalez già ampiamente pentito e perdonato.

A Udine quindi andava in scena un grande classico, la solita partita orrenda – Malesani a parte – che storicamente ci facciamo in mezzo alle ombrose latitudini del Friuli.

Un rigorino visibile solo al VAR è bastato, nonostante un Milenkovic apparso molto lento, un Callejon poco appuntito (ma sempre straordinariamente ordinato), un Duncan affaticato (sempre tra i migliori) e un Biraghi infortunato (puntata alla bocca dello stomaco dopo pochi istanti di gara).

Parliamoci chiaro, a me è parso di aver assistito ad un vero e proprio capolavoro tattico di un allenatore che non è solo spettacolare, ma anche pragmatico. Non solo presuntuoso ma anche aziendalista.

Un allenatore che dopo 6 partite ha già un credito praticamente illimitato che non va buttato per alcun motivo, vista la cronica difficoltà di questa piazza di potersi permettere di sognare.

Italiano non è solo quel visionario che pretende di imporre il gioco e divertire. Sua intenzione è quella di fare punti ma anche di farci capire che abbiamo una rosa insufficiente in relazione alle nostre logiche e giuste ambizioni.

È quell’allenatore che sicuramente pretenderà rinforzi a gennaio ma che in ogni caso farà il 110% per portarci più in alto possibile riuscendo per altro in qualcosa di veramente difficile: rivalutare l’intera rosa.

Visto che abbiamo capito che la guida tecnica è all’altezza, adesso la società può iniziare a muoversi.

Se prima c’era il dubbio di vedersi deprezzare tutti gli investimenti fatti fino a oggi, se c’erano dei legittimi dubbi per l’arrivo di un giovane allenatore, se c’era diffidenza di fronte a un periodo pieno zeppo di difficoltà… . Adesso c’è una strada ben tracciata e non percorrerla sarebbe criminale.

Rinnovo di Vlahovic entro Natale e 2 acquisti importanti (un esterno difensivo e uno offensivo di grande livello) entro gennaio e questa squadra si piazza in Europa e fa partire un ciclo migliore di quelli visti nella gestione precedente. Scommettiamo?

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