Nel mio articolo precedente sentenziavo da bravo tecnico: “Sarebbe il caso di pensare ad un 4-3-3 con Benassi interno destro (suo ruolo naturale) e Veretout interno sinistro, Badelj perno centrale, non la vedo una difficoltà così clamorosa, non vedo perché dopo 7 partite fallimentari non si pensi di modificare, di aggiustare”.

Beh, non sono un tecnico e tantissime cose mi sfuggono a livello tattico, però Pioli ha cambiato la disposizione esattamente come speravo ed i benefici si sono visti.

Oltre ad una vittoria piuttosto convincente si sono visti però anche i problemi che nascono con questo modulo.

Pioli è un allenatore di buone qualità, preparato. Sapeva sicuramente anche lui che il 4-3-3 era la disposizione migliore, evidentemente c’erano alcuni equilibri che ancora non lo convincevano.

Uno sicuramente, quello dei terzini. Dato per oramai assodato che chiunque (persino Biraghi) sia migliore di Maxi Olivera sulla fascia sinistra, poteva esserci un dubbio su chi tra Laurini e Bruno Gaspar meritasse il posto sulla fascia destra.

Lo so, è veramente un confronto durissimo che vi scalderà il cuore. Al momento l’impressione è quella che il francese (che ricordiamolo in estate pensò ad uno scherzo telefonico quando gli dissero che lo voleva la Fiorentina) sia diverse categorie meglio del lucidissimo portoghese  (lucidissimo per quanto riguarda la cute, non certo per quanto riguarda la sua intelligenza tecnico-tattica).

A centrocampo si sono avuti i benefici più evidenti, con Benassi riportato a vita e Veretout comunque sfavillante decentrato sull’interno di sinistra capace di entrare sempre bene nell’azione.

Il mediano ex Saint-Étienne è sicuramente la sorpresa di questa prima parte di stagione. Su di lui ero più che dubbioso, ma appare oramai evidente il suo apporto partita dopo partita.

Badelj ha gestito con la consueta sapienza tattica mista ad una banalità pallosa che sta rifiorendo un po’ troppo spesso in questi ultimi mesi.

Qualche scricchiolio continua ad esserci in avanti. Se Thereau più accentrato e con minori compiti tattici si è ripresentato con una doppietta più che convincente nutro dei dubbi sia su Chiesa che su Simeone.

L’argentino è acerbo e non vale assolutamente 18 milioni di euro. Ci abbiamo investito, speriamo di vederlo sbocciare ma per il momento pare indietro. Volenteroso e grintoso, sembra troppo tenero davanti al portiere. Al momento si parla di un giovane opportunista e poco altro.

Sul giovane Federico invece mi dilungo un pochino.

Chiesa è un giocatore raro. Fa evidenti passi avanti ogni settimana. Sempre più incurvato nella coordinazione come suo padre riesce a crossare sia di destro che di sinistro con una facilità disarmante, tira da lontano con grande forza, ha estro ed esplosione atletica.

Al momento per svariate piccolezze non è potuto rimanere in campo per 90 minuti quasi mai, ma questo sta anche alla sua esuberanza e inesperienza, che non gli permette di dosare le forze al meglio.

La mia sensazione è che defilarlo inizi ad essere riduttivo per le sue qualità. Uno forte, tendenzialmente si mette in mezzo.

In fin dei conti anche suo padre iniziò come ala destra, ma dopo qualche anno fu accentrato, ovviamente. A me sembra che le premesse ci siano tutte per fare il medesimo percorso quantomeno tattico.

Mi auguro anche tecnico.

Dario Del Gobbo

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