MARCIALLA (BARBERINO TAVARNELLE) – Un’altra memorabile impresa quella compiuta tra il 26 luglio e l’8 agosto da Simone Pasqualetti, randonneur marciallino. Che stavolta, in occasione della Via-Race, ha percorso 4.000 chilometri.

In tredici giorni e undici ore è andato dalla Puglia ai Paesi Bassi, affrontando una sfida nuova, forse la più impegnativa: “La particolarità di questa manifestazione – spiega Simone – consisteva nel fatto che i partecipanti dovevano preparare il percorso in autonomia”.

“Gli organizzatori – dice – ci avevano precedentemente comunicato i 18 check point da cui saremmo dovuti passare secondo una determinata sequenza. Durante il tragitto, attraverso un tracker gps, hanno verificato l’effettivo raggiungimento di questi punti di controllo”.

“Inoltre – prosegue – il regolamento prevedeva che non si potesse correre insieme ad altri. La solitudine richiede uno sforzo sotto il profilo psicologico, che si aggiunge alla fatica fisica”.

“Un’altra difficoltà – aggiunge – è stata rappresentata dall’attraversamento delle Alpi: c’erano delle salite importanti e il meteo non è stato favorevole in quei giorni”.

Ma, nonostante tutto ciò, Simone, dopo aver girato per mezza Europa, ha infine tagliato il traguardo, dove, come ogni volta, ad aspettarlo c’era la sua famiglia. E si è classificato ventinovesimo (su un totale di 128 partecipanti), con grande soddisfazione per lui, la moglie e le figlie.

Ripercorriamo con lui questo incredibile viaggio: “Siamo partiti il 26 luglio da Giovinazzo, vicino a Bari – ci racconta – Poi sono passato da Campo Imperatore, una zona che avevo già visitato da turista e che mi piace particolarmente”.

Sull’Appennino Tosco-Emiliano il primo inconveniente, che ha rischiato di compromettere il conseguimento dell’obiettivo: “Al Passo del Giovo mi si è rotto il cambio della bici – ricorda – Finalmente a Imola ho trovato un meccanico, che me lo ha sostituito con uno usato, l’unico che aveva disponibile”.

La sorte è stata di nuovo sfavorevole, perché a Bologna Simone ha forato, ma per fortuna ha subito riparato il danno: “Ho proseguito per Verona e la valle di Bolzano, dove mi sono fermato a trovare degli amici ciclisti: del resto – dice, ridendo – queste manifestazioni sono anche le mie vacanze”.

“Superato il Brennero, ho affrontato la salita del Kühtai – va avanti – Da lì mi sono diretto in Slovenia, Austria, Svizzera, Germania e Francia. Un altro luogo che mi porterò nel cuore è la zona dei vigneti di Colmar, che ho potuto ammirare in una giornata di sole”.

“Infine sono arrivato nel Paesi Bassi – conclude – Il penultimo punto di controllo affacciava sul Mare del Nord. Il traguardo invece era ad Amerongen, poco a sud di Amsterdam, dove sono stato accolto dal suono del corno dal ciclista arrivato prima di me. E’ stato un bel momento”.

Con ancora negli occhi questi meravigliosi ricordi, Simone sogna già la prossima avventura, che molto probabilmente sarà le Alpi 4000, tra un anno in Italia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA