Ad ognuno la sua dimensione.

Ricordate il Conte Mascetti?

Ricordate quando volle prendersi la briga di ospitare (a pagamento, s’intende)  il figliolo del Perozzi, Lucianino?

Il giovane rampollo pretendeva un posto per fare i compiti, il nostro gli rispondeva con estrema sicurezza: “nello studiòlo!”.

Quello studiòlo altro non era che un tavolino a 3 gambe, con due seggiolacce probabilmente fregate a qualche Casa del Popolo circostante.

Il Mascetti era intimamente affranto, ma era fiero di fronte agli altri. Aveva dei crolli sì, ma rari. E si riprendeva subito, convinto com’era di aver fatto comunque bene a viversela così.

Al contrario i Della Valle non avevano picchi, né in alto né in basso. Probabilmente si sono resi solo conto col tempo che loro “una squadra così, non la reggevano” (cit. aggiustata) e hanno preferito togliere il disturbo.

E dopo un articolo di qualche settimana fa dove Diego Della Valle raccontava di chiedersi il perché avesse comprato tante Ferrari e di non guidarle mai – già di per sé storia di una tristezza rara – ne  è uscito un altro da poche ore che sembrava uscito direttamente da “Lercio”: il Casette d’Ete avrà un nuovo stadio.

Uno stadiòlo, insomma.

Della Valle e Mascetti, due personaggi completamente agli antipodi.

Posterdati, oserei dire, come se fosse antani per due.

Uno che le Ferrari le comprava a strozzo pur di averle, l’altro che le compra solo per raccontare al mondo di averne una collezione, per farle poi guidare ad un valletto che le tenga funzionanti.

Firenze li ha ospitati entrambi, uno per tutta la vita, l’altro per soli 17 anni.
Purtroppo, solo uno dei due è stato un personaggio di fantasia.

Un terzo personaggio invece, che ancora non so se essere di fantasia, dei miei sogni, oppure qui con noi in carne e ossa, è arrivato da un paese lontano e nel giro di poche settimane dopo aver provato a rimettere insieme un “comparto tecnico” che fosse veramente tecnico e non finanziario, dopo aver trovato l’accordo per costruire un centro sportivo (stavolta per davvero eh, non per produrci un vino di dubbio gusto), dopo aver fatto già decine di riunioni con il sindaco di Firenze e quelli dei comuni circostanti, sta facendo il diavolo a 4 per costruire uno stadio vero.

Vuol fare uno stadio che ovviamente abbia anche uno sbocco commerciale, si capisce.
Ma uno stadio vero.

Non uno stadiòlo, né una cittadella da 90 ettari (ricordate il progetto dei primissimi tempi? 90 ettari sono due volte e mezzo la città del Vaticano… Che cazzate ci siamo bevuti!).

Nel frattempo siamo ritornati a parlare di calcio ed a fottercene dei bilanci delle squadre di calcio. Possiamo perfino permetterci di sognare uno come Tonali. Quando fino a 3 mesi fa ci toccava guardare Cognigni.

Per domenica ho provato a trovare un biglietto per mia figlia. Erano finiti. E non giochiamo contro il Real Madrid.

È l’ultima occasione per noi 40enni. Non tornerà un altro Commisso. Teniamocelo più stretto che si può, qualsiasi cosa accada.

Dario Del Gobbo

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