BARBERINO VAL D’ELSA (BARBERINO TAVARNELLE) – E’ Simone Pasqualetti l’eroe chiantigiano della Parigi-Brest-Parigi (PBP), partita domenica 18 agosto: ha percorso 1.200 km in bici in sole 68 ore, rientrando ampiamente nelle 80 del tempo massimo.

Simone ha 46 anni e lavora nel settore dell’informatica. Originario di Montespertoli, nel 2001 si è trasferito a Barberino Val d’Elsa per amore: è di qui infatti sua moglie, Francesca. Che, con le loro due figlie, lo “supporta e sopporta” (come dice lui).

Anche in questa occasione gli sono state vicino. Lo hanno accompagnato in camper, per poi sostare a Rambouillet, il luogo (vicino a Parigi) della partenza e dell’arrivo della PBP: la randonnée più storica che c’è. Che, come un’Olimpiade, si tiene ogni quattro anni.

La randonnée è una manifestazione ciclistica basata sulla lunga distanza (dai 200 km in su). L’obiettivo è finirla in un tempo massimo prefissato: non c’è una classifica. Le difficoltà si possono ben immaginare: la fatica, il sonno e lo sbalzo termico tra giorno e notte.

Simone prima d’ora ne aveva già fatte tante, ma al massimo di 600 km. Stavolta (dopo l’eccellente prestazione nella selezione, la più rigida al mondo nell’ambito ciclistico) si è proprio superato. Dando prova di una resistenza e di una forza di volontà fuori dal comune.

E’ stata un’esperienza fantastica – a parlare è Simone – Senza competizione, si respirava una bella atmosfera: l’unica gara è con se stessi, per migliorarsi. Ho rivisto tante persone e ne ho conosciute di nuove, da tutto il mondo”.

Una grande soddisfazione anche indossare la maglia della nazionale – dice orgoglioso – ottenuta grazie ai risultati nei brevetti di qualifica. Ce l’hanno consegnata il 9 giugno a Scarperia. Eravamo 380 italiani su un totale di 6.800 partecipanti”.

Indimenticabile è il calore delle persone – aggiunge – Ci hanno sempre incitato, tra applausi, “bonne route” e “bon courage”. Anche di notte erano pronti ad offrirci caffè caldo e pasticcini e ad ospitarci in casa. I bambini a bordo strada ci davano il cinque”.

Sono partito domenica alle 16.30 – racconta – dopo due giorni di pioggia incessante. L’andata è stata tutta contro vento: abbiamo dovuto pedalare anche in discesa. L’ultimo tratto prima di Brest è stato il più difficile, per via di una bella salita”.

Alle 17 di lunedì, senza aver mai dormito, ho toccato Brest – ricorda – Lì, dopo la foto di rito sul ponte davanti all’oceano, mi sono riposato con un compagno di viaggio fino alle 22. Per poi iniziare il ritorno”.

La seconda notte è stata molto fredda (c’erano solo 4 gradi) e umida – prosegue – La terza notte alle 4 ci siamo fermati: la gente del posto aveva allestito un gazebo con cibo e bevande e posizionato delle brandine nel teatro. Da lì a diritto fino all’arrivo, mercoledì alle 12.30”.

La macchina organizzativa è perfetta – ci tiene a sottolineare – Ogni 100 km ci sono punti di controllo per certificare il passaggio e lì si può mangiare e dormire”.

Sono “malato di bici” sin da piccolo – dice, sorridendo – Mi fa stare bene fisicamente e mentalmente. Da ragazzo correvo a livello agonistico, ma ora preferisco la randonnée. Mi alleno nel weekend, la sera e qualche volta vado in bici a lavoro… a Firenze”.

I prossimi obiettivi? – ci risponde Simone – Tante altre corse e, spero, ancora più lunghe. E nel 2023, a 50 anni, di nuovo la Parigi-Brest-Parigi!”.

Noemi Bartalesi

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