Oltre due settimane che non scrivo.

Ci eravamo lasciati dopo una partita vomitevole, imbarazzante per la dignità della maglia viola ma che ci aveva permesso di mantenere la categoria. Se il campionato fosse durato una settimana in più, molto probabilmente non ci saremmo riusciti.

E clamorosamente dopo pochissimi giorni ci ritroviamo in una sorta di potenziale paradiso, inimmaginabile neanche nei sogni più erotici.

Nel giro di due settimane abbiamo liquidato: Diego Della Valle, Andrea Della Valle, Mario Cognigni, Pantaleo Corvino, Edimilson Fernandes, Gerson, Pjaca e – udite udite – Biraghi si è fatto biondo.

Che cosa volete di più da questo giugno 2019, Batistuta?

Beh, il giugno più bello degli ultimi 17 anni pare che stia lavorando anche su questo.

Non sono mancati grandi picchi di imbarazzo in quest’ultimo periodo. Gli ultimi per fortuna.

La solita serie di pietosi comunicati che la oramai vecchia proprietà ha voluto elargire fino all’ultimo secondo è stata coronata dalle ultime parole di Pantaleo Corvino, il quale si è guardato bene dal fare una conferenza stampa nonostante in tutti questi anni i giornalisti con lui non siano certo stati severi, anzi.

Pantaleo ha preferito rilasciare dichiarazioni senza alcun contraddittorio, dando una sua versione dei fatti totalmente opposta rispetto a quella trapelata (“ho deciso io di andarmene per lasciare liberi i nuovi proprietari” si legge virgolettato sull’autorevole sito firenzeviola.it), raccontando di un non ben precisato bagno di sangue sul piano economico personale per aver rinunciato a buona parte degli emolumenti dell’ultimo anno di contratto (anche qui ci sarebbero forti dubbi) ma soprattutto si è rivolto a chi lo ha criticato affermando senza paura: “ai nemici rispondo con l’elenco dei successi e  i conti risanati”.

Ora, la lista dei successi è presto fatta: zero.

La coppa dei conti risanati non mi risulta essere un trofeo sportivo, quindi purtroppo la risposta data ai nemici appare un po’ debolina.

Ora che i “cazzari” se ne sono andati però e possiamo parlare di loro al passato è fondamentale concentrarsi sul presente.

Ci sarà tempo per capire a quale cifra (si parla di “soli” 130 mln di euro) e perché la Fiorentina è stata ceduta solo ora dopo 3 anni di offerte apparentemente superiori.

Ci sarà tempo per capire chi è davvero Commisso, perché è voluto entrare fortemente nel calcio italiano, se è davvero così cordiale e se i suoi sorrisi sono così sinceri come sembrano.

Ci sarà tempo di conoscere Joe Barone, il suo braccio destro capace – sempre secondo i bene informati  – di tenere a bada anche le presunte pretese economiche del dimissionario Corvino.

Per adesso sono da apprezzare moltissimo le scelte fatte: tutte logiche, intelligenti e oculate.

Montella – al quale per inciso io non farei allenare neanche la squadra amatoriale del paese in questo momento – non poteva essere liberato, visto che ancora ha due anni di contratto a 3 milioni di euro lordi ciascuno (anche qui, un vero mistero la lunghezza e l’entità dell’accordo).

Partendo da questo concetto giustamente si è pensato a quello che si poteva fare per farlo rendere al meglio secondo le sue caratteristiche: la scelta di mettergli intorno un DS con il quale avrebbe certamente lavorato bene spiega l’ingaggio di Pradè (anche lui certamente non il mio DS preferito).

Non sono contento degli uomini scelti quindi, ma sono le scelte della mia squadra. Le comprendo, hanno una logica e decido fin da subito di sostenerle completamente, visto che sono fatte con un intento sportivo, o quantomeno questo è quel che sembra.

Vi rendete conto? Dopo almeno 3 anni (sarebbero molti di più, ma non voglio essere ulteriormente fazioso) di progressivo e inesorabile indebolimento, dopo un decennio almeno di totale disinteresse per l’aspetto sportivo della nostra amata squadra di calcio, sembra finalmente essere arrivato il momento di potersene occupare di nuovo.

Si può dire che negli ultimi 17 giorni sono accadute molte più cose belle per la nostra Fiorentina rispetto agli ultimi 17 anni? Senza dubbio alcuno: sì.

Le premesse sono molto importanti, i prologhi con i quali si scrivono le storie sono spesso più importanti delle storie in sé.

17 anni fa partimmo dalla Serie C2, con un nome diverso dopo un fallimento che con una ventina di milioni di euro si poteva forse evitare. Saltammo poi la C1 e ci ritrovammo in una Serie B allargata quasi appositamente per noi.

In Serie A ci fecero scontare tutto e ci macchiammo volenti o nolenti dell’illecito sportivo peggiore di tutta la nostra storia.

Questo accadde. Ed a ricordarlo ora mi trovo anche in grande imbarazzo.

Notate delle differenze da allora?

Dario Del Gobbo

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