A Diego non interessa.

Non interessa se siamo quinti o quindicesimi, non interessa se allena Pioli o Montella, non interessa se è fuorigioco o no: Diego ha solo bisogno di proteggere il suo investimento.

Lui ha tanta passione sì, ma per gli investimenti. Di solito quello che compra a 10 lo vende a 12, se non a 13. E la Fiorentina non deve sfuggire a questa antica e ferrea regola dell’imprenditore di successo.

Se monta una contestazione che può danneggiarlo dal punto di vista dell’immagine (e di conseguenza dal punto di vista del rendimento) allora deve utilizzare un vecchio sistema al quale è tanto affezionato: prendere un giornale, utilizzarlo per scopi personali facendo finta che non lo siano, chiedendo il sostegno pubblico raccontando la sua verità del tutto opinabile.

Il nocciolo di tutto quanto dev’essere uno e soltanto uno: “negare tutto, negare sempre”, il classico motto del marito fedifrago.

La Fiorentina non funziona, colpa di chi non la sostiene.

Lo stadio non c’è? Colpa del Comune che non ci ha tolto le beghe.

I compratori non ci sono? Dovete per forza accettare il fatto che si faccia come si vuole noi.

Ci sono le offese a chi gestisce? Oh, che scandalo, così non va, questo sposta le ragioni dalla parte dell’offeso.

Non vedete passione? Ma se abbiamo speso oltre 200 milioni di euro, ma come la misurate la passione voi a Firenze?

Voi capite che questa lettera è molto più di una effimera offesa che uno stadio possa cantare per 3 minuti a settimana.

Questa lettera certifica un fatto: Diego Della Valle ci considera tutto suoi proseliti e chi non lo è, non usa il cervello. La sua è una lettera fatta di verità buffe, di egocentrismo estremo. Ricorda un po’ l’ultimo Berlusconi, quello che dice ai microfoni che se non voti per lui sei un coglione.

I tifosi devono fare i tifosi, il Comune deve far costruire lo stadio, loro devono poter guadagnare dalla dismissione dei loro investimenti.

Il mondo non può avere un epilogo diverso da questo, tutto deve andare in quella direzione, altrimenti il sig. Diego si dovrà per forza impuntare e ci dovrà insegnare a comportarci in modo corretto, affinché il “disegno divino” abbia naturale compimento.

Perché il mondo è composto da persone di intelligenza superiore che gestiscono le nostre vite e di formichine che devono solo mettere in pratica i dettami di chi comanda. E se qualcuno per caso si ribella… .

Venga la formichina a gestire il tutto! Venga a farci vedere com’è brava la formichina a comandare, sempre che ne abbia le facoltà intellettive… . Altrimenti, torni a fare la formichina, che è pure troppo.

Non si preoccupi sig. Diego, non abbiamo le capacità per prendere il suo posto. È legittimo avere una visione delle cose che la decorano per le cose buone fatte e la escludono per gli errori commessi.

Una visione un po’ ridicola, un po’ fanciullesca, ma legittima. Lei è un investitore, non ha fatto niente di male. Non chieda comprensione alle formichine però, faccia il suo dovere di investitore fino in fondo.

Ci dica a quale prezzo ha cercato di vendere, da quanti anni sta cercando di vendere e perché aveva per forza bisogno di uno “scemo del villaggio” per vendere.

E poi soprattutto, venda. E vada a raccontare al suo mondo di quanto siamo stati stupidi a non capire che lei lo faceva per il nostro bene.

Dario Del Gobbo

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