Non sono mai stato tenero con Montella. È un personaggio atipico, iper presuntuoso, dai grandi mezzi. La sua carriera da allenatore è deludente, nonostante le basi di partenza fossero straordinarie.

Quanto fatto con Catania e Fiorentina è stato notevole, sia per gioco che per risultati ottenuti. Il problema poi è stato il “dopo”. Vincenzo è una persona che regge poco la pressione, non la reggeva da calciatore, non la sopporta da allenatore. E perde lucidità.

Nel primo triennio in viola si lamentava della rosa, quando a disposizione aveva fior di calciatori, ad un certo punto ben 32.

Con Joaquin in tribuna chiedeva rinforzi sulle fasce, con Gomez infortunato pretendeva un sostituto e Matri non gli bastò. Ma noi eravamo la Fiorentina (all’epoca lo eravamo davvero, oggi non più) e stavamo già facendo enormi sforzi, che poi avremmo pagato con le gestioni successive.

Estremizzò alcune situazioni portandole alla distruzione totale e ad un divorzio che fu durissimo, soprattutto per lui, visti i fallimenti successivi.

Le premesse erano quindi quelle di riprendere un nostro ex allenatore, che già avevamo licenziato per mancanza di fiducia, che ha poca dimestichezza con le situazioni difficili dal punto di vista ambientale, che da sempre cerca di impostare una squadra di calcio partendo dal gioco e dal possesso palla e che quindi necessita di giocatori “dai piedi buoni”(Lodi, Almiron, “Papu” Gomez e Barrientos al Catania con Lo Monaco a dirigere, Pizarro, Borja, Ljajic e Jovetic qua da noi con Pradè).

Ditemi voi, in questo particolare periodo storico, con Corvino, il fantasma di Freitas, i prestiti di Edimilson Fernandes, Gerson, Mirallas e il già ceduto Veretout, cosa caz…spita poteva fare uno come Montella?

Solo dei danni. E infatti questo purtroppo sta accadendo.

La squadra non demerita neppure troppo, ma non riesce ad esprimere quello che il tecnico chiede, non ne ha le capacità; la classifica è già deficitaria a causa di una gestione precedente che ha rasentato il ridicolo (Pioli in due anni, escludendo il tragico periodo post-Astori, ha deluso sotto ogni profilo) ma la fortuna come spesso è capitato anche in passato soffia sulle vele dei “Della Valle boys”: il campionato è quasi finito, altrimenti la retrocessione sarebbe stata un incubo più che probabile.

Otto punti di vantaggio a 3 partite dalla fine sono un vantaggio incolmabile e quindi verrebbe naturale pensare già alla prossima stagione.

Ma anche qui, ahimè, ci sono delle premesse, molto simili a quelle fatte per Montella poco sopra.

Chiesa non potrà rimanere di certo un altro anno ad ammuffire i suoi talenti, già palesemente regrediti negli ultimi mesi a causa di stimoli e compagni insufficienti.

I prestiti dovranno per forza essere rimandati ai mittenti, in quanto palesemente inconcludenti tutti, chi più chi meno.

Oltre a Chiesa saranno ceduti anche Biraghi e Veretout, oltremodo ben valutati dal mercato quando poi fattivamente trattasi di un incapace assoluto (il primo) e un buon giocatore (il secondo).

Il mercato in entrata verrà di nuovo gestito da Corvino che ha reso felicissimi i suoi datori di lavoro con l’ennesima pesantissima scrematura di costi fissi (ingaggi sempre in calo) e che potrà disporre di denaro contante derivante dalle cessioni appena citate ricolmandoci di nuova fuffa fumante che verrà certamente presentata con toni tronfi in stile Maxi Olivera (“se non lo conoscete è un problema vostro”).

Andremo quindi ad aggiungere niente ad un niente già cosmico, facendo passare chi critica e chi contesta come il demente di turno o peggio ancora come colui / coloro che vogliono il male della Fiorentina, veri colpevoli di una stagione tipo questa.

La storia però, i fatti, i risultati parlano chiaro: Corvino nei suoi ultimi 5 anni a Firenze è riuscito a lasciare la squadra per 5 volte fuori dall’Europa e per due volte sull’orlo della retrocessione (per non parlare poi del suo intermezzo a Bologna) e verrà riconfermato in pompa magna (o gli verranno ridotti i “poteri” di facciata).

Cognigni è il braccio destro di una famiglia che a Firenze non si vede da mesi (sempre per colpa dei cattivoni di curva o dei criticoni maleducati, of course) e che oltre a collezionare fallimenti sportivi, colleziona perdite di bilancio e anno dopo anno svuota lo stadio e non solo quello.

Andrea oramai è un vero e proprio “patron”, carica che non serve né determina alcunché: ogni tanto viene a “strigliare i ragazzi”, per ricordare a tutti che “Firenze merita rispetto” e per firmare in calce bilanci, bilancini e budget vari, salvo poi sparire regolarmente dalla porta di servizio. Diego un ologramma che non tratta dell’argomento calcio pubblicamente da lustri.

Lo capite sì, che chiunque vi racconti che ci sarà un rilancio o qualsiasi altra sciocchezza simile, vi sta raccontando delle fandonie e che – lui sì – sta facendo il male della Fiorentina, ma il bene del proprio giornale, sito, programma radio, programma tv?

L’unico rilancio possibile non passa da un calciatore, da una cessione, da un acquisto, da un allenatore o da un nuovo direttore sportivo o generale.

Passa solamente da un cambiamento societario. Fino ad allora non potremo parlare seriamente di nient’altro, perché nient’altro ci sarà.

Dario Del Gobbo

@RIPRODUZIONE RISERVATA