Dragowski, Diks, Ianis Hagi, Toledo, Sanchez, Tello (rinnovo prestito), Milic, De Maio, Salcedo, Cristoforo, Maxi Olivera, Sportiello, Saponara, Bruno Gaspar, Milenkovic, Vitor Hugo, Zekhnini, Veretout, Benassi, Eysseric, Biraghi, Gil Dias, Giovanni Simeone, Pezzella, laurini, Thereau, Lo Faso, Kukovec, Dabo, Falcinelli, Lafont, Hancko, Ceccherini, Norgaard, Gerson, Mirallas, Pjaca, Edimilson Fernandes, Vlahovic, Fruk, Terracciano, Muriel, Rasmussen, Traorè, Zurkowski.

Sono quasi 100 milioni di euro spesi solo per i cartellini, non entriamo nelle spese per gli ingaggi, perché sennò non vi basta una botte di Gaviscon e Maalox.

Sono tutti gli acquisti effettuati con esborso di denaro da Corvino nei suoi ultimi 3 anni a Firenze, fonte Wikipedia, dall’estate 2016 a oggi compreso. Leggeteli bene: il mio pezzo potrebbe finire qui.

Chi dà la colpa ai tifosi per le contestazioni fatte in questi ultimi 3 anni (sempre troppo poche e troppo “fioche” purtroppo, a causa di una mancanza di unità), chi dà la colpa agli allenatori, chi la dà al freddo o al caldo, chi non capisce niente e pensa di capirne.

Ancora non c’è unione in questa città neppure davanti a 3 anni passati così, a distruggere una squadra che aveva qualità e individualità, riducendola ad una vetrina, dove l’unica preoccupazione è quella di risparmiare.

Preoccupazione per altro inutile, tanto quei geniali dirigenti che ci ritroviamo producono quasi sempre perdite di bilancio. Accumulatori seriali di perdite, sia in bilancio che sul campo.

La Lazio, il Torino, la Sampdoria o l’Atalanta che superavamo sempre di 20 punti almeno sono oramai lontani anni luce.

L’Atalanta soprattutto, una squadra che rappresenta una città grande poco più di un quarto di Firenze che dopo aver cambiato proprietà si è rimessa a fare calcio secondo la propria natura: investendo sui giovani, sull’appartenenza e sulla qualità dei propri collaboratori calcistici.

Una squadra che in quattro incontri ci ha per lo meno tre volte preso a pallonate, ci ha surclassato in ogni reparto. Una squadra di calcio, quello che non siamo noi.

Ma ora arrivano tutti. Dopo mesi, anni che io e pochi altri scriviamo ovunque che non vi è alcun progetto, che le conferenze stampa non sono serie, che il trattamento riservato a chi dissente non è serio, che non vi è alcuna idea di sport, di calcio, che non vi è interesse, che non c’è rispetto per chi la Fiorentina la vive tutti i giorni, che non ci sono più ragazzi che si innamorano del viola… .

Adesso “salgono sul fatidico carro” tutti, solo ora, a risultato oramai “acquisito”, dopo averci insultati o derisi per mesi.

Ora “che gli obiettivi sono tutti falliti” allora convengono con noi, solo ora, perché prima dovevano aspettare.

Come se i risultati ci fossero mai interessati, come se fosse vietato avere idee diverse, come se fosse vietato rendersi conto di cosa stava accadendo, come se fosse stato difficile vederlo.

C’era il deserto e loro ci dicevano che non era sabbia, ma terra quella intorno a noi e che prima o poi avremmo visto i frutti.

Guardatevi bene da costoro, perché lavorano solo sui propri interessi. Adesso piano piano cambieranno tutti idea, al patetico scopo di cavalcare l’onda per poter vendere il proprio prodottino.

Chi si è limitato a fare “cronaca” per il gusto di raccontare una favola inesistente, con la scusa dell’“e poi chi la compra”, come se cambiare proprietà fosse impossibile, come se a Roma, Milan, Inter, Parma, Atalanta non fosse accaduto.

Come se le offerte non fossero mai arrivate. Evidentemente chi dice che vuol cedere, non vuol cedere davvero, se non ad un prezzo irragionevole.

Guardatevi bene da chi vi dice che è sempre tutto uguale, che non cambierà mai niente.

Costoro hanno paura dei cambiamenti perché per loro i cambiamenti ci saranno e saranno in peggio. Sembra che parlino per il bene di noi tifosi, della nostra squadra. In realtà parlano solo di loro stessi.

Sarò anche ignorante di calcio e potrò avere idee sballate, ma ho la libertà di poter scrivere qualsiasi cosa mi passi per la testa, non ho alcun obbligo, non ho linee editoriali, non ho sponsor da soddisfare, non ho persone da compiacere, non ho pregiudizi, ma solo le mie fisse, come tutti. Giuste o sbagliate che siano.

Parlo da una posizione iper-privilegiata, posso permettermi di dire la verità, la mia verità scritta con convinzione e con la sicurezza che io tifo per la Fiorentina, a prescindere da tutto e tutti, anche se tifare Fiorentina spesso significa stare male così.

Anche se amare la Fiorentina significa adesso lasciarla da sola, non vederla più, abbandonarla anche se solo momentaneamente. Perché in amore qualche volta il distacco è fondamentale, a volte è l’unico modo per riavvicinarsi.

E chi vuol bene alla Fiorentina, finché non cambia proprietà, non la guarda più.

PS: so che per quei 2.200 eroi di ieri sera e in generale per tutti i ragazzi di Curva Fiesole queste parole saranno inutili e forse anche offensive.

La passione non si ferma a comando, il cuore non lo fermi col cervello, casomai è vero il contrario. Ma è l’unica strada. Se vogliamo accelerare la cessione di questo cadavere putrefatto che è la Fiorentina l’unico modo è svuotare totalmente lo stadio. Lo sapete anche voi.

Un grande abbraccio a tutti e grazie per quello che avete fatto soprattutto negli ultimi difficilissimi 12 mesi.

Dario Del Gobbo

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