Il 3-1 di Goosens che ha chiuso il match

Inizio marzo, campionato finito.

A dire il vero è durato anche più di quanto credessi, quindi onore a chi è andato in campo sorprendendomi fino a oggi.

Tra noi e l’Atalanta ci sono diverse categorie di differenza, eppure pochi anni fa era il contrario. Ma loro negli ultimi 3 anni hanno pensato bene di fare calcio, noi di fare business.

Eppure non mi sembra che l’Atalanta abbia un monte ingaggi clamoroso o che abbia un bacino d’utenza superiore o chissà cosa.

Semplicemente non regalano lo svincolo a giocatori “gioiello”, cercano di accaparrarsi i giovani migliori non obbligatoriamente proveniente dall’est europeo, cercano di prendere giocatori di classe per farli lavorare e farli tornare ad essere i campioni che erano magari qualche anno prima… .

Insomma, fanno quello che dovremmo fare noi e che invece non facciamo perché siamo tutti intenti a crearci dei fantasiosi buchi di bilancio a causa di intermediazioni costosissime ed acquisti totalmente assurdi.

A corollario di tutto questo, concludiamo lo splendido lavoro con dei prestiti vomitevoli che dobbiamo far giocare per motivi a dir poco oscuri.

Insomma, al netto del miglior giovane italiano che per fortuna abbiamo tra le nostre fila (se la squadra rimarrà di questa mediocrità lo avremo ancora per poco), l’Atalanta ha ampiamente meritato sotto ogni punto di vista: fisico, tattico e tecnico.

Il divario maggiore lo si è notato in panchina, con un allenatore antipatico e bravissimo come pochi enormemente superiore al nostro che non sa far altro che gestire umanamente un gruppo che dopo la disgrazia di un anno fa si è cementato naturalmente (e che quindi sotto quel punto di vista non manca mai).

Tra parentesi, da segnalare un raccoglimento particolarmente commovente del rivale Ilicic, da me sempre molto criticato, scovato in lacrime dalle telecamere.

Davide oramai manca da un anno, impossibile non essere retorici in questa situazione, ma va detto che l’iniziativa della Lega che al 13′ di tutte le gare ha fatto fermare tutte le partite per ricordarlo è stata azzeccatissima.

Tornando a quanto visto in campo, la Fiorentina si è schierata in campo con una nuova tattica suicida dopo quella di mercoledì che vedeva Vitor Hugo a uomo su Ilicic a tutto campo. Quella genialata ci era costata due reti in 20 minuti, la tattica di oggi ben 27 tiri verso la nostra porta.

La Fiorentina se n’è uscita con una specie di 3-4-3 molto più riconducibile ad un 5-2-3 che ha consegnato nelle mani di Gasperini un centrocampo già molto debole di suo (Edimilson di nuovo impresentabile, Veretout apparso molto sotto tono).

La difesa pur recuperando un grande Pezzella è stata umiliata su entrambe le fasce, gli altri centrali Milenkovic e Ceccherini non sono stati minimamente all’altezza (soprattutto il giovane slavo è stato imbarazzante).

La Fiorentina ha deciso di giocarsela “vis-à-vis” contro una squadra che su quel campo è praticamente imbattibile. È una cosa risaputa, speriamo che adesso se ne sia reso conto anche Pioli.

Visto che in campionato non c’è più niente da inventarsi sarà bene che pensi a qualcosa di serio per la gara di ritorno in coppa Italia, unica roba rimasta da guardare in questo ennesimo inutile anno di transizione che sarà servito solo per generare nuove plusvalenze e tenere sempre più imbrigliata una città incapace oramai anche di dissentire su una gestione che ha raso al suolo tutto, dai sogni, ai giovani, alla speranza di ritornare in Europa a qualsiasi minima ambizione.

Dario Del Gobbo

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