All’alba due uomini vestiti con lunghi camicioni bianchi ci invitano a salire sul cassone di un fuoristrada. Stiamo lasciando Jaisalmer, l’ultima città prima di addentrarsi nel Thar, il Grande Deserto Indiano.

Il paesaggio intorno a noi comincia ben presto a diventare monotono. Una distesa sconfinata tra cespugli, pietre e polvere spaccata in due dalla strada asfaltata, nerissima.

Viaggiavamo a velocità sostenuta, praticamente soli, quando ad un tratto l’autista pianta una brusca frenata e l’auto inizia a sbandare.

Mentre dietro saltavamo e sbattevamo dappertutto feci in tempo a vedere cosa stava succedendo: una lucertola stava attraversando la strada e quella era semplicemente una manovra per evitare di investirla.

Scampato il pericolo, i due si guardarono l’un l’altro con l’espressione sollevata di chi se l’è vista parecchio brutta.

Tutta quella apprensione e quel trambusto per una lucertola?? Insomma, una lucertola!!! Per poco non ci lasciavamo la pelle noi!

Ho imparato più tardi che per quella gente, la trasmigrazione dell’anima dopo la morte coinvolge indistintamente animali e uomini. Per questo non vedono differenza tra gli esseri viventi, e non solo in teoria.

La tribù dei Bishnoi in particolare vanta un rapporto strettissimo con gli animali. Non sono rare fotografie di donne che allattano il proprio bambino da un seno e un cucciolo di antilope dall’altro.

È una dimensione che va oltre il concetto del rispetto per le creature. Non siamo abituati a nulla di simile a casa nostra. Diciamo che queste tribù vivono secondo il concetto della famiglia “universalmente” allargata.

Proseguimmo il nostro viaggio, sempre a gran velocità, su quella lunga striscia nera fin quando un altro fuoristrada apparve all’orizzonte in direzione opposta alla nostra.

Iniziammo a rallentare e quelli lo stesso, fino a fermarsi fianco a fianco.

Tutti scesero dai veicoli andando a formare il tipico capanello di indiani nel mezzo di strada. Noi ancora sul cassone. Ma che succede?

L’atmosfera mi sembrava piuttosto rilassata, e decisi di scendere a curiosare.

Gli uomini del deserto si spartivano palline d’oppio che consumavano sul posto, affatto turbati dalla mia presenza. Disposti forse anche ad offrirmene, se mi fossi mostrato interessato.

Finito il rituale si salutano e si riparte.

Per quanto potesse essere inquietante stare alla mercé di quei tizi, che già da sobri avevano discutibili abilità alla guida, l’effetto dell’oppio influì drasticamente sulla velocità del veicolo, portando un inaspettato sollievo a noi passeggeri.

Arrivammo così nei pressi di un accampamento, dove i cammelli presero il posto dei fuoristrada, e restarono con noi notte e giorno.

Un animale strano il cammello. Mastica piante che noi non toccheremmo neanche tanto sono coperte di spine, e scorreggia tantissimo, soprattutto di notte.

Passavo le ore sulla mia branda sotto le stelle, tra la commozione per quel cielo che non avevo mai visto prima e le risate per quei rumori tuonanti.

Didje Doo

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