Marco Diani

GREVE IN CHIANTI-BAGNO A RIPOLI – L’amore di Marco Diani verso il karate è un amore totale, nato quando Marco era già “grande”. E quindi anche più consapevole.

Marco è colui che sta alla base di uno dei progetti sportivi più innovativi degli ultimi anni in territorio chiantigiano: il Karaterzetà, ovvero il karate fatto praticare agli over 60. Con grande successo.

SportChianti lo ha incontrato per farsela raccontare questa storia d’amore con kimono e cintura.

Marco Diani, quando, come e perché nasce la tua passione per il karate?

“La mia passione nasce in età già adulta: ho iniziato a praticare karate nel 1990, a 23 anni. Per curiosità verso una disciplina che mi aveva sempre affascinato ma mai coinvolto direttamente”.

Come si è sviluppata?

“Ho iniziato a praticare con il Maestro Michele Romano, allora anche lui molto giovane e alle prime armi in qualità di allenatore, ma già agonista di spicco in campo internazionale”.

Dovessi descrivere il karate a chi non lo conosce in alcun modo, come lo descriveresti?

“Il karate tradizionale, prima che sportivo, è un modello di vita. La via del karate (KARATE-DO) racchiude spiritualità, disciplina, rispetto oltre ad allenamenti che consentono di mantenere in forma il proprio corpo. La marzialità originaria di questa arte, che serviva a proteggere la propria vita, tramandata dai maestri giapponesi ha portato, nel corso degli anni, a spostare l’attenzione su platee sportive. Quasi tutti gli sport da combattimento di oggi, anche i più estremi, hanno come protagonisti, spesso, atleti che hanno come bagaglio tecnico il karate”.

Quali i benefici che può portare, in particolare a bambini/e e ragazzi/e?

“Il karate per i bambini è non solo sport ma disciplina, rispetto, appartenenza ad un gruppo. E allenamento fisico completo. Tutti elementi che fortificano, oltre che fisicamente, anche caratterialmente. I bambini già a 5-6 anni iniziano i nostri percorsi praticando giocokarate per poi passare alle fasi successive fino ad arrivare al percorso agonistico vero e proprio (per chi ha intenzione di fare gare a livello nazionale ovviamente)”.

E poi, invece, ci sono i più anziani, con il progetto Karaterzetà: cosa ti ha spinto a pensarlo e come lo valuti oggi?

“L’esperienza vissuta per aiutare a fare un po’ di movimento-ginnastica a mio babbo, in un momento critico della sua vita, mi ha fatto intuire quanto il karate potesse servire anche alle persone così dette anziane. Da quasi quattro anni è iniziata questa avventura e con l’aiuto del Maestro Michele Romano in primis, la Misericordia di Antella con il supporto medico del dottor Luca Nannetti, e l’appoggio costante del Comune di Greve in Chianti, oggi oltre 20 allievi praticano karate adattato per ultrassessantenni. Soddisfazione più grossa quella di aver offerto questa idea alla Federazione Italiana Karate (FIK) e, da circa un anno, promuovere Karaterzetà in tutta Italia. In qualità di formatore tecnico, insieme al Maestro Fabio Tomei direttore del Centro Nazionale Formazione e Ricerca FIK, per tutti gli istruttori che promuoveranno questo mio progetto nelle proprie palestre”.

Progetti per il futuro?

“Il progetto per il futuro si può dire che è già iniziato; infatti da poco più di 2 mesi io e Francesca Gentile, istruttrice e agonista campionessa mondiale IKU in carica, abbiamo costituito la nostra associazione sportiva nel territorio ripolese. Empi Dojo (volo di rondine) prosegue il lavoro già iniziato con la Tzubame Dojo (nido di rondine) promuovendo corsi di Karate dai 5 anni ai 100 anni”.

Matteo Pucci

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