MONTEFIRIDOLFI (SAN CASCIANO) – L’avventura di un gruppo di amici di Montefiridolfi, appassionati di motori e di rally in particolare, è cominciata mesi addietro con l’idea di partecipare al nascente campionato “Highlander – Arena dei Gladiatori”.

Se la passione comanda, anche ostacoli colossali possono essere superati. Lo dimostra la squadra Sorriso Verticale, composta dai piloti Marco Bartalesi, Filippo Lotti, Giulio Simoncini, Maurizio Simoncini, Giovanni Spinelli, Valerio Tanganelli e la parte “strategica e logistica” formata da Tommaso Ugolini, Marco Agresti, Alessandro Calosi, Sauro Bussotti, Roberto Taddei che ha lavorato duro.

Hanno preparato un “Pandino” per renderlo adatto a correre su un terreno accidentato come quello di una pista da motocross per dodici ore consecutive no-stop, ma anche curando l’estetica di un mezzo attinente al contesto.

Non si sono fermati a questo, hanno anche preparato un’officina mobile, un grande gazebo, un reparto cucina e tutto quello che serve per il giorno delle prove-qualifiche e quello della gara.

Già dalla giornata di sabato 19 gennaio l’allestimento della gara era apparso però un po’… “lacunoso”.

La pioggia di alcuni giorni prima, non proprio imprevedibile, aveva reso il percorso impraticabile spiazzando l’organizzazione, che si è accorta del problema solo all’inizio delle prove.

Un po’ di ritardo anche nel prendere contromisure che sono consistite, il giorno successivo, cioè quello della gara, in un ridotto percorso di fortuna. Per realizzarlo la partenza è stata ritardata dalle sette della mattina a mezzogiorno.

Ma alla fine la corsa è partita: ed è stato subito grande spettacolo. Il difficile percorso nel fango ha portato all’estremo mezzi e piloti.

Ora dopo ora le qualità di guida, le scelte tecniche ed il supporto logistico hanno fatto la differenza.

Mentre il numero dei mezzi sopravvissuti in gara si assottigliava, nasceva fra i concorrenti il dubbio che quella Pandina, così ben guidabile, fosse munita del blocco differenziale vietato dal regolamento.

Il dubbio si è fatto convinzione verso la fine della gara, quando i montigiani erano in testa con sei giri di differenza sugli altri due concorrenti ancora in pista.

Gli inseguitori, supponendo che una verifica tecnica avrebbe smascherato la “truffa”, si sentivano entrambi in lotta per la vittoria.

La convinzione ha scatenato un duello “corpo a corpo” fra quegli equipaggi, su una pista ormai illuminata solo dai loro fari e ormai impraticabile a causa dei solchi provocati da ore di gara.

A fine gara i vincitori sono stati felici di far analizzare il loro mezzo agli increduli concorrenti, perché questo ha dato ancora più valore alle loro capacità.

Ma non è tutto lì, in realtà il segreto c’è: si chiama tenacia dei piloti, capacità tecnica nella preparazione del mezzo, spirito organizzativo e soprattutto voglia di divertirsi di un gruppo di montigiani.

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Redazione
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