Qui con la maglia gialloverde in campo per una partita in ricordo di Duccio Dini

SAN CASCIANO – Giovanissimo (compie quest’anno 25 anni), sancascianese doc, quando ha accettato l’incarico di direttore sportivo di prima squadra e Juniores gialloverdi Duccio Becattini sapeva  che andava incontro a un salto nel vuoto. Lasciando pure il calcio giocato nei dilettanti (e “accasandosi” negli Amatori, al G.S. Misericordia di San Casciano).

E i primi due mesi sono stati a dir poco difficili, soprattutto per i risultati in Seconda categoria. Con la squadra che faticava, scivolando in fondo alla classifica. Poi… la svolta, e l’inizio di un momento magico che l’ha portata in zona playoff e agli ottavi di finale di Coppa Toscana.

Un momento che andiamo ad analizzare proprio insieme a Becattini.

Becattini ma… cosa è successo alla Sancascianese? E’ una squadra trasformata.

“Più che trasformata direi maturata. Stiamo imparando ad aver maggior fiducia in noi stessi e finalmente abbiamo acquistato la consapevolezza di potercela giocare contro qualsiasi avversario. Spesso ad inizio stagione siamo stati troppo frenetici e nervosi: lo dimostrano le espulsioni, i rigori sbagliati e le partite perse nei minuti finali. Inoltre dovevamo dare tempo a mister e ragazzi di conoscersi. Paolo Mannucci è un trascinatore, ma per improntare la sua mentalità vincente alla squadra ha bisogno di tempo”.

Quale secondo lei la “sliding door”, il momento cardine in questa trasformazione?

“Ho sempre pensato che la squadra non si stesse ancora esprimendo al massimo delle sue potenzialità. Analizzando le sconfitte (tutte arrivate con un solo gol di scarto), era chiaro che ancora potevamo e dovevamo dare di più. Il merito va quindi al mister ed ai ragazzi che nonostante gli scarsi risultati hanno continuato a lavorare sodo in allenamento. Se però dovessi individuare una gara della svolta la indicherei con la trasferta di Radicondoli. Lì abbiamo ottenuto uno splendido risultato di squadra. Un pareggio sofferto con ben otto Under 21 in campo che hanno saputo soffrire e far male alla capolista del momento”.

Giulio Lumachi era il grande atteso, e sta confermando le sue doti. Poi però avete trovato “per strada” anche Montagnani: ci descrive questo giocatore?

“Montagnani è un ragazzo straordinario. Un ragazzo timido che, con la sua semplicità, si è fatto fin da subito voler bene da tutti. Il mister lo ha soprannominato “Cappellano” proprio per i suoi modi di fare pacati e rispettosi verso il prossimo. Per me rappresenta il prototipo di calciatore perfetto: si è messo a disposizione del mister in silenzio, senza pretendere niente, e quando ne ha avuto l’occasione l’ha sfruttata al massimo. Da lì sei partite da titolare consecutive e sette gol. Tecnicamente ha tutto quello che gli serve per una grande carriera nel calcio dei dilettanti: bravo di testa, ottimo tiro e grandi movimenti dentro l’area di rigore”.

Se fino a poche settimane fa l’obbiettivo in campionato poteva essere una salvezza tranquilla, adesso cambiano le prospettive?

“Assolutamente no. Le prospettive cambiano quando si raggiungono gli obiettivi, ed ancora i 40 punti prefissati ad inizio stagione non sono stati raggiunti. Dobbiamo essere umili e ricordarci che veniamo da due finali playout consecutive. Un record negativo che San Casciano non merita. Ricordiamoci che come due mesi fa non eravamo pessimi, ora non siamo di certo diventati una squadra di fenomeni. Quindi testa bassa e pedalare”.

Lei ha puntato molto sul legame della squadra con il paese, cosa che negli anni forse si era un po’ persa per strada. Mercoledì giocate gli ottavi di finale in Coppa nel pistoiese: si sente di rie qualcosa ai tifosi e, in generale, ai sancascianesi?

“Fino a questo momento i tifosi sono stati fantastici. Ci hanno seguito ovunque, anche a Casole domenica scorsa. Sono convinto che mercoledì non si lasceranno intimorire dal freddo e dai chilometri e che in diversi verranno a sostenerci anche in questa insidiosa trasferta. La Coppa è un sogno che vogliamo provare ad inseguire, senza regalare niente a nessuno. Il mio piccolo sogno sarebbe quello di passare il turno e disputare un ipotetico quarto di finale a San Casciano, in notturna, con tutti i nostri tifosi ed abbonati a sostenere la squadra. Dopo tante delusioni, San Casciano meriterebbe una serata di calcio così speciale”.

Matteo Pucci

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