GREVE IN CHIANTI – “Prima di tutto i ragazzi si devono divertire a giocare, devono avere il sorriso quando si vengono ad allenare. E quando tornano a casa si devono essere sfogati: dopo la scuola, niente telefonini ma allenamento e quel freddo sano sul campo anche d’inverno. Poi una doccia calda e si torna a casa”.

È questa la filosofia di Stefano Lisi, il preparatore dei portieri della Scuola Calcio della Grevigiana.

Dai classe 2006 al 2009 è lui a occuparsi dei più giovani numeri uno gialloblù.

Ma come nasce un portiere a quell’età? “All’inizio è una vocazione. O solo la curiosità di provare a fare il portiere. E all’inizio allora in allenamento devi provare a farli divertire, impostare tutto sul tema del gioco, cercando poi piano piano, al tempo stesso, di fargli apprendere il gesto tecnico”.

Poi anno dopo anno si cresce: “E allora si cerca di andare sullo specifico. Gli si insegna il movimento per il tuffo, la presa a terra. Si cerca di farli evolvere, di andare a fare le cose un po’ più complicate. Con i più grandi si cerca di fare qualcosa di più impegnativo”.

“Per fare il portiere ci vuole il carattere giusto – prosegue Stefano – non ti devi mai lasciare abbattere dall’errore. Specie quando sei piccolo ti perdi dentro quella porta immensa e può capitare di prendere quattro o cinque gol in una partita. Ma non ti devi mai demoralizzare, sennò tutto diventa complicato. Anche perché dietro il portiere non c’è nessuno e devi convivere con questa idea.”

Stefano è ormai alla Grevigiana da più di un decennio: “E’ una bella società, mi diverto e porto avanti la mia passione”.

Intanto è cambiato il ruolo: “E’ cambiato tantissimo. Ora devi essere un bravo giocatore anche coi piedi, devi sapere parare, avere doti fisiche, leggere la partita. Ci sono tante componenti”.

E sono cambiati anche i riferimenti per i bambini: “Ogni ragazzo di solito si ispira al portiere della propria squadra del cuore. Sennò sugli altri, Buffon a parte, ai piccoli piacciono molto l’ex Roma Alisson e l’interista Handanovic. Anche perché poi adesso in Serie A sono davvero pochi i portieri italiani…”

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