E chi lo dice che il calendario è uguale per tutti, che tanto prima o poi le dobbiamo incontrare tutte, che cambia poco. Non direi proprio.

La Fiorentina iniziava con una parte di tifo a dir poco diffidente (io in primis) e un’altra parte fin troppo ottimista. Ovvio che incontrare Chievo, Udinese e Spal in casa in meno di un mese aiuti e manco poco.

La realtà parla chiaro, per adesso la Fiorentina è in grande fiducia e funziona anche molto bene.

A metà settimana abbiamo bloccato una Samp in piena salute, per poi giocare addirittura in anticipo e asfaltare una bellissima realtà come la Spal rischiando poco o nulla.

La classifica parla chiaro, Fiorentina e Sassuolo sono le squadre più convincenti del campionato, Juventus a parte.

Se quelli come me (“rosiconi”) rappresentano la parte cattiva del tifo, c’è però da registrare che la parte buona (“pro Della Valle”) ha in alcuni elementi una parte di marcio, un marcio veramente putrido.

Anche a Genova, dopo l’ennesima gara sublime, in diversi avevano criticato Federico Chiesa per quell’assist mancato al 77′.

Alcuni penseranno che magari io parli di una cosa sporadica, ma il sottoscritto quando andò in Maratona per la terribile gara contro il Verona dello scorso anno (persa 1-4) arrivò quasi alle mani nei confronti di altri 2-3 individui vicini di posto che vedevano nel giovane virgulto uno dei problemi della squadra.

Quindi le radici sono profonde e lontane. Direi quasi ataviche.

Federico anche contro la Spal ha reagito da “prescelto” quale è. Continuando a fare perfettamente quel che sa fare: correre bene, correre tantissimo, crossare, puntare la porta, tirare, dribblare, quasi sempre con esito positivo.

Ha chiuso la partita con un 3-0 fulmineo, ma ci saranno sicuramente alcuni che ricorderanno la rete sbagliata pochi minuti prima.

Probabilmente non è chiaro per alcuni capire quanto sia complesso emergere col solo talento in squadre di seconda fascia come la nostra.

Quanto è raro vedere un ragazzo con quegli occhi, quella fame e quella umiltà ancora oggi, dopo diversi mesi che in tanti lo trattano come una “star”, dopo diversi mesi che chiunque lo accosta a qualsiasi top club europeo.

Ma lui è lì, a testa bassa, a giocare esattamente come Pioli gli chiede. A non risparmiarsi mai, a gesticolare, duettare, festeggiare.

Chiesa è una perla rara ed erano anni che aspettavamo uno così, regolare fuori dal campo, battagliero quando gioca, capace di cambiare la partita in ogni momento, giovane. Lui, assieme a Simeone, Veretout, Pezzella. Sono tutti calciatori seri, professionali, di talento, giovani.

Dall’esonero di Montella non avevamo un’ossatura così importante e concreta, lasciarsela sfuggire sarebbe l’ennesima occasione mancata, l’ennesimo indizio di disaffezione, di volontà di dismissione di questa proprietà.

Cari Della Valle, ditemi che avete voglia di zittire tutti quei coglioni che come me vi stanno tanto criticando, ditemi che avete capito anche voi che gestire una società di calcio non è solo far tornare un bilancio.

Dario Del Gobbo

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