Selfie con maestro e allievo: Riccardo Marmugi e Francesco Perini

CHIANTI FIORENTINO – Una chiacchierata con Riccardo Marmugi è un lunghissimo viaggio nel passato, nel presente e nel futuro del calcio toscano.

Quest’estate l’allenatore che a San Donato in Poggio sollevò la Coppa Italia di Eccellenza nel 2004 è rimasto lontano dalla panchina per scelta personale, dopo l’ultima esperienza con il Forcoli: si occupa di scouting per alcuni club del Nord Italia e si tiene in costante aggiornamento.

Dopo una buona carriera da difensore, per lui un lungo e importante curriculum da tecnico: da San Donato a Colle Val d’Elsa, da Montemurlo a Ponsacco, da Sesto Fiorentino a Cerreto Guidi, da Castelfiorentino a Forcoli appunto.

Nei giorni scorsi Marmugi è stato a far visita all’Impruneta a uno dei “allievi”, quel Francesco Perini che è stato prima una delle sue bocche da fuoco preferite sul campo e che poi, da allenatore, lo ha sempre indicato come punto di riferimento.

“Francesco è per me come un figlio – spiega Marmugi – Da tempo mi chiedeva di andarlo a trovare. Ho trovato un bellissimo ambiente, dove si sta bene, si parla bene di calcio e si mangia bene. Calcisticamente una società organizzata che credo possa fare davvero molto bene in futuro e ambire a salire presto di categoria. Francesco ha voluto che seguissi addirittura da vicino l’allenamento, che intervenissi, che parlassi alla squadra”.

Come è il Perini allenatore?

“E’ a un buon punto della sua crescita. Gli manca ancora da sistemare qualche sfumatura data la giovane età, ma credo davvero che possa fare bene”.

Quando lei lo allenava avrebbe mai pensato che sarebbe diventato allenatore?

“Proprio perché per me è come un figlio posso dire la verità. Da giocatore era una disperazione per un allenatore. Era un vagabondo, mi ha fatto finire le corde vocali. No, non l’avrei mai pensato. Eppure oggi dico che non solo può fare l’allenatore, ma lo può fare bene”.

Che Prima Categoria si aspetta?

“E’ un girone molto bello quello dell’Impruneta, una specie di mezza Promozione. Un campionato impegnativo. E l’Impruneta può fare bene. È una squadra che gioca a calcio, una squadra motivata, giovane, uno spogliatoio pulito”.

Che estate ha passato Marmugi?

“Ho seguito diverse squadre. Sono stato a vedere il Sangimignano di Ercolino, un altro dei miei giocatori. Poi sono stato a vedere il Poggibonsi di Bifini, un altro allenatore che può fare bene. Sono stato in Piemonte a vedere il Derthona del mio amico d.s. Musumeci, quello che ha portato Dybala in Italia. Ho seguito la Pistoiese. E adesso ho in programma ua visita al Gambassi dove a fare il “vice” c’è un altro ex San Donato, Garuglieri, oltre a un paio di miei ex giocatori del Forcoli”.

Perini, Ercolino, Garuglieri… Sono tanti i suoi ex San Donato che hanno cominciato la carriera in panchina…

“E questo ovviamente fa un grande piacere ad un allenatore. Lo confesso, quando Ercolino ha vinto il campionato per me è stata una gioia enorme. È una grande soddisfazone per un allenatore vedere un proprio giocatore che intraprende la sua carriera e che vince mettendoci del suo”.

Che ricordi ha dei quattro anni a San Donato?

“Per me rimane un luogo del cuore, una parte della mia vita da cui continuo a ricevere amore e stima. Un’isola felice, un posto in cui ci sono persone fantastiche e dove torno sempre molto volentieri. Sono stati anni bellissimi. Quando arrivai mancava ancora l’organizzazione vera. Ma fu una crescita costante. Il primo anno in Promozione arrivammo secondi dietro il Pontassieve di Brachi. La stagione dopo vincemmo il campionato. Quindi in due anni in Eccellenza abbiamo sempre fatto i play-off, vincendo la Coppa Italia sullo Scandicci, grazie a un “sombrero” di Cubillos. E perdemmo solo ai rigori la chance per la semifinale nazionale contro l’Asti”.

Cubillos è appena sbarcato al Lebowski…

“Con Diego ci siamo sentiti qualche giorno prima della firma con la nuova squadra. Sarebbe potuto rimanere anche al Sangimignano, anche in Serie D avrebbe fatto la differenza. Credo che il Lebowski con Diego possa essere tra i protagonisti. Così come credo che nello stesso girone possa recitare un ruolo importante il Galluzzo dove si è accasato un altro mio ex giocatore come Marco Leo, sotto la guida di un bravo allenatore come Morandi. Poi in quel campionato, che conosco piuttosto bene, vedo bene Perignano e Pecciolese, oltre al San Donato Acli”.

Marmugi con Diego Cubillos e la Coppa Italia del 2004

Tornando al San Donato Tavarnelle, che serie D lo aspetta?

“Saranno da capire i gironi, con tante piazze importanti anche in Toscana: Tuttocuoio, Forte dei Marmi, Massese, Prato, Aglianese. Credo che il Gavorrano abbia qualcosa di più, con un allenatore che è una garanzia come Battistini. Credo che il San Donato possa giocare un campionato importante, di alto spessore. Fusci è un bravo allenatore: tra l’altro siamo stati compagni di stanza in ritiro con il Poggibonsi a Monticiano, quando mister era Melani. E Manganelli, che ha vissuto con me l’esperienza di San Donato, è una garanzia come direttore sportivo. Quindi le carte in regola ci sono tutte per fare bene”.

Gabriele Fredianelli

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