L'orologio della stazione di Bologna, fermo all'ora dell'esplosione

SAN CASCIANO – Ci sono delle porte girevoli che segnano degli snodi. Si chiamano, come il film, sliding doors.

Esci dalla parte giusta e le cose vanno per il verso giusto, o quanto meno tranquillo. Esci dalla parte sbagliata e tutto cambia. In peggio.

Il 2 agosto del 1980 Stefania Belli, sancascianese, alla stazione ferroviaria di Bologna ha avuto la fortuna di uscire dalla porta giusta.

Che per lei ha voluto dire salire su un treno partito pochissimi minuti prima dell’esplosione della bomba che causò la morte di 85 persone.

Questo giorno per Stefania, che poi è diventata ballerina prima e insegnante di danza poi (oggi è direttrice della scuola di danza Sancaballet a Chiesanuova), è un qualcosa di quasi inspiegabile.

Una vita dedicata a una delle discipline sportive più armoniose; a insegnarne i segreti a generazioni di sancascianesi (e non solo). Una vita piena di tante cose, come tutti noi. Ma il 2 agosto il pensiero va lì, sempre.

Stefania Belli: sul palco

SportChianti segue con grande attenzione l’attività di Stefania. Ma stavolta ha voluto raccontare, con la sua voce, quel capitolo di storia italiana. Che poteva aver interrotto per sempre anche la sua vita. E il suo sogno sulle punte.

“Quel giorno – inizia il suo racconto – mio babbo mi accompagnò a Bologna perché andavo a Brindisi, da amici di famiglia, dove spesso passavamo le vacanze estive. Andavo da sola, perché avevo già 22 anni, ma lui mi accompagnò a Bologna per non dover fare il cambio di treno: così mi metteva su quello diretto per la Puglia, là mi aspettava Enzo“.

“Siamo arrivati molto prima alla stazione – prosegue nel suo racconto Stefania – e siamo stati un po’ al bar. Abbiamo fatto colazione insieme, siamo stati a quei tavolini dove purtroppo tante persone hanno lasciato la vita. Questa cosa mi è sempre rimasta in mente”.

“Il mio treno partì poco prima dell’esplosione – continua – e la fortuna volle che mio padre lasciasse subito la stazione poco dopo avermi salutata. A lui invece di solito piaceva stare a leggere il giornale, magari al bar. Quando arrivai alla stazione di Brindisi c’era Enzo che mi aspettava agitatissimo perché avevano avuto la notizia dai tg. La certezza che fossi su quel treno non c’era: al tempo i cellulari non c’erano…”.

“Il 2 agosto – dice ancora Stefania – era anche l’anniversario di matrimonio dei miei genitori. Ho sempre pensato a come sarebbe stata la vita di mia mamma se quel giorno ci avesse perso tutti e due. E ho pensato anche a tutte quelle altre persone che, invece, per sfortuna o per destino avevano un treno che partiva più tardi del mio. E che si sono trovate lì”.

Stefania ha impresso in mente tutto di quel giorno: “Ricordo l’orologio che c’era sulla pensilina dove stavo prendendo il treno; ricordo di quando sono salita e ho salutato mio babbo…”.

“E ricordo esattamente – conclude – l’espressione di Enzo e dei suoi familiari al mio arrivo a Brindisi. Ricordo la loro agitazione, mi chiedevano se stavo bene, se era tutto a posto. E io non capivo perché fossero così agitati…”.

Matteo Pucci

@RIPRODUZIONE RISERVATA

La redazione di SportChianti dà spazio, ogni giorno, a tutti gli sport nei comuni chiantigiani: calcio, pallavolo, basket, pallamano, baseball, karate, danza, ginnastica, ciclismo...