la rosa dell'Olimpia e nel cerchio Leonardo Torrini (foto tratte dal sito ufficiale della società)

FIRENZE – L’Olimpia Firenze alla fine ce l’ha fatta. La stagione scorsa fu superata nella finale play-off dal Cubino. Stavolta la matematica ha sorriso addirittura con una giornata di anticipo sulla fine della regular season.

Non era facile per le “vespe” di Campo di Marte avere la meglio in un girone di Seconda Categoria con tanta qualità e corazzate come Athletic Sesto, Isolotto, Firenze Sud, Club Sportivo e realtà emergenti come il Belmonte.

E a guidare la squadra fiorentina – che però ha giocato in questa stagione le gare interne ai “Ponti” di Bagno a Ripoli – c’è un volto noto del calcio chiantigiano.

L’allenatore è infatti Leonardo Torrini, la stagione passata alla guida degli Juniores Nazionali del San Donato Tavarnelle e prima ancora per un biennio alla guida degli Juniores Regionali dell’Antella (“che ricordi! Quattro derby vinti su quattro. Abbiamo vinto in entrambe le occasioni il nostro girone, mantenendo l’imbattibilità per le 30 partite giocate in casa” ricorda).

E qualcuno dei “suoi” ex biancocelesti lo ha seguito (come Monechi, Pelli e il portiere Mansour).

“Non siamo partiti con l’obbligo di vincere il campionato – spiega Torrini – Ma si vedeva fin da subito che era una bella squadra, sentivo che si poteva fare bene. Per me era la prima volta che allenavo i “grandi”, ma ho accettato la sfida trattandosi di un ambiente in cui avevo già lavorato in passato e di una rosa di giocatori che per larga parte avevo già allenato e quindi conoscevo”.

“La differenza più grande tra giovani e adulti? – prova a rispondere – Nei ragazzi qualche difetto lo puoi ancora limare e io sono felice di questo, perché mi piace partire dalle basi e lavorare sui dettagli. Negli adulti questo è più difficile se non impossibile. Però mi sono accorto strada facendo che se c’è voglia di mettersi in gioco, si ottiene tanto anche dai grandi”.

“La concorrenza era tanta, ma noi abbiamo provato fin dall’inizio a pigiare sull’acceleratore e via via abbiamo preso consapevolezza e determinazione. C’è stato un vero cambio di mentalità, appena i giocatori hanno capito che potevano arrivare fino in fondo. Poi certo per vincere un campionato ci vuole anche un po’ di fortuna. E dobbiamo ringraziare anche i pochi gol presi e qualche giocatore che ci ha levato le castagne dal fuoco al momento giusto. Noi, dalla nostra abbiamo sempre cercato di giocare a calcio, sapendo che altre squadre avevano più di noi sul piano dell’esperienza. E sono contento di aver avuto a disposizione un gruppo fantastico e a costo zero, rispetto ad altre realtà che invece hanno investito”.

“Il momento decisivo? – riflette – Prima di Pasqua abbiamo perso contro il Firenze Sud e al ritorno in campionato abbiamo perso di nuovo contro l’Athletic Sesto. Il campionato sembrava di nuovo in dubbio. Ma abbiamo poi vinto 3-0 sull’Isolotto in uno scontro decisivo. Abbiamo dimostrato che eravamo vivi e ancora in grado di arrivare primi in fondo al campionato”.

Leonardo Torrini è originario di Casellina ma ormai da anni vive a Grassina e proprio dal Belmonte, con gli allora classe ’98, è partito dalla Scuola Calcio biancorossa nella sua carriera da allenatore, che lo ha portato anche a guidare San Donnino e Laurenziana, prima dei passaggi già ricordati negli Juniores con Olimpia Firenze, Antella e San Donato Tavarnelle.

Il futuro è ancora tutto da scrivere, anche perché sono stati mesi incerti per la società giallonera, alle prese con tanti interrogativi legati anche al campo da gioco storico del “Cerreti”.

Intanto però i ragazzi di Campo di Marte si godono il traguardo della Prima Categoria, davvero storico per la società nata nel 1993 e da sempre attenta soprattutto al settore giovanile.

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