STRADA (GREVE IN CHIANTI) – Sono già passati tre anni da quando, nel 2015, Davide Bubbolini introdusse per la prima volta nel Chianti, più precisamente al Palazzetto dello Sport “Frosali” di Strada in Chianti (gestito da Vivarium Endas), la capoeira, tradizionale arte marziale brasiliana.

E ottenne subito un buon riscontro dai chiantigiani, grandi e piccoli, curiosi di apprendere uno sport così innovativo per la nostra realtà locale, nato dalla combinazione di musica e combattimento, simile a una danza, ma lontano da esserlo veramente.

Davide, “professor” di capoeira e aspirante “contra mestre”, tiene dei corsi di copoeira per bambini e adulti a Strada il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle otto alle dieci di sera, sostenuto dalla moglie Giada Valli, istruttrice di capoeria, che segue il corso di soli bambini alla casa del popolo di San Polo in Chianti il martedì e il giovedì dalle cinque alle sei del pomeriggio.

“Da quando siamo arrivati – racconta Davide – bambini e adulti sono molto curiosi di provare la capoeira e partecipano con interesse alle nostre lezioni”.

“La capoeira – prosegue il “professor” – oltre a essere un ottimo sport che allena gran parte dei muscoli del corpo, con la pratica dei colpi e dei movimenti da combattimento, insegna ai capoeiristi l’importante valore del rispetto, verso il maestro, i compagni e l’avversario, oltre al combattimento di difesa personale”.

“E poi – aggiunge Davide – la capoeira educa l’allievo al ritmo della musica, prodotta dagli strumenti che si suonano durante il combattimento e lo mette in contatto con la cultura brasiliana, dalla quale è nata quest’arte marziale”.

Secondo una storia diffusa, la capoeira ha origine, durante i secoli di colonialismo portoghese in Brasile, dalle popolazioni africane deportate nel “Nuovo Continente” e costrette in schiavitù dai colonizzatori europei, le quali si allenavano a combattere, dissimulando, agli occhi dei conquistatori stranieri, la lotta con la danza.

Un combattimento, dunque, a ritmo di musica: tutti i capoeiristi si radunano in cerchio (“roda”), intorno ai due “giocatori”, che sulla musica degli strumenti birimbau (arco musicale), atabaque (un tipo di tamburo) e pandero (piccolo tamburo a sonagli) si sferrano colpi, senza però toccarsi.

L’abbigliamento della capoeira è caratterizzato dai dei pantaloni chiamati “abadà”, tradizionalmente di colore bianco, che favoriscono i movimenti del capoeirista e da una corda, stretta intorno ad essi, che, a seconda del suo colore (combinazioni di bianco, giallo, blu e verde della bandiera brasiliana) indica il livello di esperienza dell’atleta.

Un’arte marziale che sicuramente richiede molto studio ed esercizio continuo per essere appresa.

Davide Bubbolini la pratica dal 1999, quando iniziò a seguire le lezioni a Campi Bisenzio dell’esperto capoeirista Sabado Dennis.

“È davvero un piacere – conclude Davide – e una grande soddisfazione per me tramandare gli insegnamenti del mio maestro a chi è interessato ad apprendere questo combattimento, che rispecchia pienamente i valori e la tradizione del popolo brasiliano”.

Cosimo Ballini