Ho dovuto aspettare qualche giorno prima di poter analizzare serenamente quel che è successo venerdì sera.

Non mi riferisco all’episodio del rigore.

No, quello è davvero complicato.

Non credete a tutto quel che vi dicono esperti ed espertoni di calcio.

Il regolamento è complesso, va letto ed interpretato. Il tocco di Alex Sandro non deve essere solo volontario, ma la definizione di tale atto è più ampia: “una giocata è intenzionale se è un atto deliberato e non condizionato da fattori esterni.”

Capite quindi che si entra in una valutazione complessa e personale. Legittimo dare rigore, legittimo toglierlo. Assurdo e ridicolo non andare a vedere di persona.

Guida si è dimostrato (e non è la prima volta) un arbitro che soffre la pressione delle grandi partite e che non è lucido.

Più che altro per tutto quello che ha permesso durante la gara. Gioco troppo spezzettato, poche sanzioni quando servivano e la sensazione che in campo non comandasse lui, ma il collettivo bianconero.

Due capoversi all’anno li posso anche sprecare per discutere un arbitraggio, non lo farò più.

Anche perché la Fiorentina non ha il problema degli arbitraggi.

La Fiorentina non lotta più per alcun obiettivo oramai da diverse settimane, vincere o perdere non ci cambia niente.

Abbiamo preso l’ennesima regolare e preventivabile umiliazione da parte di un subdolo ex che si è preso gioco di un pubblico meraviglioso, chissà poi perché.

Quel pubblico che nel 99,9% delle unità lo aveva sempre sostenuto da quando era meno che adolescente, quel pubblico che lo ha apprezzato quando per un anno si è sbattuto a fare il terzino destro fluidificante a tutto campo.

Evidentemente il ragazzo palese enormi disagi a livello di personalità, ma tant’è, lui come tantissimi altri adesso non sono un “problema” nostro.

I nostri problemi sono reali e non di personalità. Sono tecnici e anche tattici.

I nostri problemi si chiamano Sportiello, Benassi, si chiamano terzini, ali, si chiamano Pioli.

Ma soprattutto si chiamano Corvino e si chiamano Della Valle.

Andrea si è superato, andando al centro sportivo nella giornata di venerdì salvo sparire due ore prima della partita. Troppo alto il pericolo di subìre un’ennesima umiliazione, avrà pensato.

Corvino oramai i danni li ha fatti, ma quantomeno si iniziano ad intravedere anche spiragli di “buono” da quella banda di individui che ha portato.

In mezzo ai vari Biraghi, Bruno Gaspar o ai tanti soldi per ora cestinati con Vitor Hugo, Benassi e Simeone sembra che ci sia un ragazzo che finisce in –ic di grande qualità, Milenkovic.

Un ragazzone di quasi due metri, uno capace di andare nel muso a Higuain e dirgli di stare zitto e di non rompere le palle. Uno, forse l’unico allenatore compreso, che aveva capito come si sarebbe dovuta giocare quella partita. Godiamocelo, fino a che non arriverà l’offerta giusta.

Dario Del Gobbo

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