Squadra mediocre contro Squadra mediocre ma con Chiesa 1-2.

Si potrebbe banalmente riassumere così la gara di ieri.

Ben due i “gol olimpici” (così si chiamano i gol fatti direttamente da calcio d’angolo), situazioni nelle quali i portieri solitamente non ne escono benissimo. E a dire il vero ne esce molto peggio Sportiello di Mirante.

I suoi primi 12 mesi in viola non sono da ricordare, soprattutto per un suo estimatore come me.

Se penso che solo qualche anno fa era nel giro della nazionale, davvero non so cosa possa essere successo a questo ragazzo. Io che non potevo vedere Tatarusanu non mi vergogno certo ad ammettere che il rumeno in quanto a rendimento gli è stato chiaramente superiore.

Al di là di questo siamo purtroppo a raccontare nuovamente di uno spettacolo mediocre ma che quantomeno ha portato ad una vittoria.

Rinfrancati dalle parole dei proprietari, la squadra è apparsa un po’ più accorta del solito, a centrocampo abbiamo ritrovato un onesto Veretout, in panchina è tornato il battito cardiaco ad un allenatore che non dava alcun segno di vita dall’inizio del 2018.

Sulle fasce finalmente una novità tattica. L’inutile Gil Dias va sul centro destra, libero di convergere ed arrivare al tiro col suo sinistro. Un’azione che potrete solo sognare, perché quando lui ci prova è talmente lento e prevedibile che perfino il ridicolo De Maio riesce a fermarlo.

Chiesa va sull’altro lato, con medesimi dettami e apparentemente con obblighi difensivi di poco conto.

Queste due ali più libere di andare al tiro obbligano il centravanti ad un lavoro più faticoso, ma di questo francamente non ce ne frega niente. Simeone infatti non riesce a garantire le reti che servirebbero e quindi il suo sacrificio in questo momento della stagione è il minore dei mali.

Scocciato dal penoso spettacolo offerto dal giovane Gil Dias, l’ancor più giovane Chiesa gli invade la fascia di competenza e decide al 71’ che è l’ora di insegnare qualcosa agli altri 21 in campo.

Con una meravigliosa triangolazione lunga chiusa sul fondo della fascia destra, rientra secco mettendo un difensore a sedere.

Sarebbe già in grado di tirare da ottima posizione, ma decide per una leggera finta di corpo che manda un secondo difensore al bar con una naturalezza da fenomeno.

Da sei metri e in posizione centrale, senza ulteriore resistenza, Federico spara forte proprio sotto l’angolo alto alla destra di Mirante, un missile che il portiere può soltanto sentir passare.

La partita aveva poco da dire prima, non avrà niente da dire dopo.

Falcinelli entra ad un quarto d’ora dalla fine, ma non farà in tempo neanche a toccare il pallone.

Entra persino Vitor Hugo, al quale era stato preferito Milenkovic autore di una gara dignitosa.

La reazione era doverosa, dopo l’osceno 1-4 della settimana scorsa e dopo il colloquio con la proprietà.

Venerdì ci sarà subito modo di “provare la febbre” alla squadra visto che al Franchi non si presenterà un patetico Bologna, bensì una Juventus un po’ rimaneggiata ma “calda e incazzéta”, direbbe Lino Banfi.

@RIPRODUZIONE RISERVATA