E fu così che dopo 8 partite utili consecutive prendemmo 7 pallini in due settimane, segnandone solo 2 per altro a risultato acquisito.

Non si distruggono i sogni degli ottimisti in questo modo, non si distruggono i sogni di quei teneri giornalisti che insistevano nel parlare di Europa League.

E ora che facciamo da qui a maggio?

La società ha chiaramente indicato la strada: dare la colpa ai tifosi che contestano.

Prima viene vietato uno striscione ironico allo storico Viola Club Vieusseux.

Poi Corvino dice che non ci sono le basi per lavorare a causa di alcuni tifosi che creano un clima difficile.

Infine viene vietata la coreografia per la gara contro la Juventus, per paura che venga strumentalizzata a favore della contestazione.

È bene sottolineare che quest’ultimo fatto viene totalmente smentito dalla società, in via formale. La notizia l’ha data Bernardo Brovarone a Radio Bruno nel post-partita, vedremo poi in futuro chi avrà avuto ragione.

Assodato quindi che il problema della Fiorentina sono i tifosi, direi che possiamo passare ad una breve analisi tecnica dello spettacolo più ridicolo mai visto tra le mura di casa negli ultimi 4-5 anni come minimo.

Ci trovavamo di fronte un Verona appena liquidato 0-3 dal Crotone, con diverse assenze e diversi nuovi acquisti. Una squadra che dopo 20 secondi sarebbe anche potuta passare in svantaggio, se anziché Simeone avessimo avuto un vero centravanti.

Ma così non è andata e una difesa posizionata discretamente più un normale contropiede orchestrato dai mediocri ex Matos e Romulo (migliori in campo) sono stati più che sufficienti per distruggere qualsiasi velleità dei nostri 11 campioni.

I cambi non sono serviti a niente e al netto delle mancanze tecniche (abnormi) c’è da sottolineare la totale mancanza di consapevolezza su da farsi di chiunque fosse vestito di viola.

Nessuno aveva la minima idea di cosa fare, partivano tiri inutili o cross sghembi dalla trequarti, perfetti per i ruvidi difensori ospiti senza che Pioli fosse in grado di alterare l’andamento verticale della gara.

Chissà quanto avrà sofferto Andrea Della Valle, confinato nella sua splendida casa di Casette d’Ete, costretto a seguire lo show dalla tv.

L’unico che di sicuro non ha sofferto è il presidente Mario Cognigni. Unico uomo coerente fino in fondo. Che da sempre non nega la sua sofferenza per il compito che gli è stato assegnato, che da sempre confessa di non amare il calcio e tutto quel che ne concerne.

Per lui la Fiorentina è un’azienda e nient’altro e almeno ha il coraggio di averlo sempre candidamente affermato.

Cognigni non è permaloso, semplicemente a lui non interessano queste vicende “terrene”. A lui interessa che tornino i conti e se i suoi datori di lavoro gli impongono di non andare neppure allo stadio, beh, tanto meglio.

Dovremmo imparare da lui. Dovremmo starcene a casa anche noi.

Dario Del Gobbo

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