A sinistra Sabra, a destra Monia Fallani

SAN CASCIANO – C’era un tempo, a San Casciano, in cui l’Azzurra Volley (e per qualche periodo anche il “primo” Bisonte) vedeva scendere in campo due sorelle.

Quasi gemelle verrebbe da dire. Vista la passione per la pallavolo e vista la pochissima distanza di età: 13 i mesi di differenza fra Sabra e Monia Fallani.

Due veri e propri simboli del volley sancascianese. Che incontriamo nella loro azienda di famiglia, alla Sambuca. E la chiacchierata che ne viene fuori le sovrappone. Stessi percorsi, stessi ricordi. Due voci che si uniscono, come hanno fatto per anni in campo.

“Abbiamo iniziato insieme – raccontano – C’erano due società di pallavolo a quei tempi a San Casciano, Arci e Acli, il babbo Renzo ci iscrisse da Marco Duchi (che ringraziamo di cuore per le foto “d’epoca”, n.d.r.) all’Arci. Il nostro babbo era alto 1,94, ci ha seguite in tutto e per tutto: da accompagnatore a sponsor. Sempre insieme, sempre accanto”.

Da piccole le strade un po’ si dividono, poi entrano in prima squadra. Giovanissime: “Avevamo 14-15 anni. Il primo anno eravamo in Serie D”. Sabra era un opposto, Monia centrale.

“Ho fatto un anno anche in serie A nella Fiorentina volley – ci racconta Sabra – Mi avevano chiamato come dodicesima a Modena: ma avevo un lavoro, non mi andava stare così lontana da casa…”.

La pallavolo “come passione della vita – dicono in una sola voce – Ti diverti, hai un po’ di talento. Ti alzavi la mattina già con il sorriso. Ai tempi nostri poi per fare sport c’erano poche alternative. A San Casciano facevi o pallavolo o danza”.

Oggi Il Bisonte è ormai fiorentino, di sancascianese è rimasto pochino, anzhe se molti tifosi ancora seguono con affetto la squadra.

Sabra e Monia capiscono, ma un po’ di nostalgia inevitabilmente c’è: “Siamo nate andando a vedere la prima squadra nel fine settimana, con un attaccamento unico. Quando è partito un certo percorso e certe prospettive era inevitabile. San Casciano, dal punto di vista impiantistico, non poteva permettersi più della B1”.

Sabra e Monia Fallani oggi

“Quando la prima squadra emigra completamente – ammettono – è inevitabile perdere un po’ il legame. Ai nostri tempi le bambine rimanevano a vederci, venivano a fare pulizia della palestra”.

Riportiamo loro bambine, chiedendo se c’erano modelli a cui si ispiravano? “Prima di noi c’erano Paola Bandinelli, Sonia Ercolani, Monica Macucci. A livello nazionale erano i tempi di Lucchetta, Zorzi, Cantagalli, della nazionale di Velasco“.

“Le partite che hanno lasciato il segno? Quelle a Empoli, Scandicci, Tavarnelle in serie C – rispondono – Uscire da vincitrici da quei campi era una grande soddisfazione. C’era sempre tanta gente a vedere, tifosi che venivano dappertutto. I nostri ci seguivano ovunque”.

Levatacce, allenamenti duri, sabato, domenica. Ma è stata più la soddisfazione o il sacrificio? “La soddisfazione di sicuro – anche qui la risposta è immediata e unica – A distanza ti tempo ppoi ricordi solo le cose belle anche se abbiamo passato, come in tutte le squadre, momenti difficili”.

La pallavolo in casa Fallani non rimaneva certo in palestra. Era una compagna quotidiana in tutto e per tutto: “Essendo in casa insieme avevamo il rito della preparazione alla partita, sempre tutto uguale. Abbiamo avuto la fortuna che ci piacesse lo stesso sport”.

Sempre umili, sempre senza fronzoli come quando scendevano in campo:”Se eravamo brave lo diranno altri, nel nostro piccolo le nostre soddisfazioni ce le siamo tolte: abbiamo giocato in B1 portando in giro per l’Italia il nome di San Casciano. Rivalità fra noi? Mai. Anzi, tutt’altro”.

Due sorelle per un momento irripetibile per il volley sancascianese. Ancora locale, per certi versi pionieristico, spiccò il volo: “Siamo state le persone giuste, nel gruppo giusto al momento giusto. Quando era arrivato a fine il ciclo precedente abbiamo garantito il ricambio assieme ad altre ragazze. Ed è stato davvero bello”.

Matteo Pucci

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