Stefano e Daniel

FIRENZE – Di ordinario hanno solo il cognome (Rossi, che pure nel calcio ha lasciato segni importanti): per il resto Stefano e Daniel hanno mille storie mai banali da raccontare, sulle strade del pallone, tra Firenze, Chianti e dintorni.

Sommando le loro carriere, da buoni fratelli, hanno giocato con quasi trenta maglie diverse, anche se con diverse tappe in comune pur in momenti diversi. E vinto quasi dieci campionati (più play-off), dal Mugello al Senese.

Stefano ha smesso qualche anno fa, ha poi cominciato a fare il direttore sportivo e l’ultimo campionato l’ha vinto la primavera scorsa, col Novoli in Seconda Categoria e adesso ancora ai vertici del nuovo campionato di Prima.

Daniel sta vivendo l’ultima stagione da calciatore, sulla linea mediana del Cerbaia, che è stata pure la tappa più lunga (e dolce) della carriera di Stefano.

Sono tanti gli incroci nelle carriere di questi due fratelli, tanto simili fisicamente quanto diversi nel carattere. Estroverso e casinista Stefano (“nello spogliatoio ho sempre fatto impazzire tutti, tra scherzi e trovate varie”, riflessivo e quasi timido Daniel (“se devo dire qualcosa ai compagni la dico, ma preferisco l’esempio sul campo alle parole”).

“Avesse avuto i capelli lunghi e i tatuaggi, sarebbe stato considerato il centrocampista più forte dalla Prima Categoria in giù” dice sorridendo Stefano di Daniel.

Stefano invece era “un’ala destra a cui piaceva saltare l’uomo. Ero più bello da vedere. Daniel è un giocatore di corsa e di qualità. E forse più importante per una squadra” continua ancora il fratello maggiore.

“Quando io giocavo nella Cerretese e Daniel era piccolo, veniva a vedermi giocare la domenica. E qualche volta ha fatto pure il raccattapalle”. È stato il primo incrocio, pur a distanza, sul campo.

Sul terreno di gioco, con la stessa maglia, si sono incrociati per poche partite, ai tempi del Galluzzo, stagione 2010-11. Campionato vinto, tanto per cambiare. Allenatore Alessio Miliani. Ma Stefano dopo poche partite preferisce dedicarsi solo alla nuova carriera di d.s. e lascia la gloria sul campo al fratello. In uno dei match giocati insieme vanno entrambi a segno, contro il Firenze Calcio a 5 in Coppa.

Stefano ha avuto una carriera da zingaro del pallone: Isolotto, San Giusto, Cerretese, Castellina, Castelnuovese, Lastrigiana, Staggia, Dicomano, Sancascianese, Luco, Sambuca, Casolese, Galluzzo, Piagge.

E forse qualche tappa è andata persa nel filo dei ricordi. Solo in un posto è rimasto molto più a lungo: un quinquennio a Cerbaia. “E a Cerbaia io ci ho lasciato il cuore”. Arriva con d.s. Giovanni Di Giulio, c’è già Luca Presciutti come presidente: vince un campionato con Fabrizio Polloni allenatore (2006-07) e comincia anche a occuparsi della Scuola Calcio (“Si cominciò con otto bambini, quando venni via ce n’erano ottanta. Mi divertivo da matti”).

Ma uno dei ricordi più cari nell’album è anche l’altro campionato vinto alla Sambuca: “Allenatore Francesco Sciuto, in squadra giocatori fortissimi come Ghiandelli, Sani, Salvadori. Non perdemmo nemmeno una partita. Mica capita tutti i giorni di vincere un campionato così”. Le altre vittorie alla Cerretese con Tinucci alla guida e poi alla Castelnuovese, allenatore Alberto Cappellini: “Alberto è stata la persona che ha significato di più per me in questo mondo. Ma devo tanta riconoscenza anche a Polloni e a Sciuto. E non mi voglio dimenticare Stefano Alari: è stato lui a consigliarmi di cominciare a fare sul serio il direttore sportivo”.

Tra i mille ricordi della sua carriera, da cui lui non finirebbe più di pescare, un’amichevole infrasettimanale contro la Fiorentina al Franchi, con la maglia del Cerbaia. “Si perse 8-0, con gol di Gilardino, Castillo, Mutu e Babacar. Entro negli ultimi dieci minuti. In tribuna i ragazzi di Cerbaia facevano i cori per me, invocando il mio ingresso in campo. E gli altri si domandavano: chi sarà questo Rossi? Entro con l’unica idea di fare una giocata a effetto. Mi riesce subito: stop di destro e col sinistro al volo mando un compagno verso la porta. Anche tutti gli altri tifosi della Fiorentina presenti cominciano a fare i cori per me. Roba da pazzi!”.

Quasi altrettanto lunga è la carriera di Daniel: settore giovanile all’Isolotto, poi Rondinella Impruneta (con Fabio Guarducci allenatore), Seano, Sambuca, un paio d’anni a Scarperia, un biennio all’Antella, Gallianese (in queste ultime due tappe vittoria del campionato con Fabian Cecchi in panchina), quattro anni a Casole d’Elsa, due anni al Galluzzo, poi Novoli.

Quindi il dicembre di un anno fa la scelta di Cerbaia: “Conoscevo bene l’allenatore Mannucci che avevo avuto a Novoli. Mio fratello mi aveva sempre parlato bene dell’ambiente, la società era ambiziosa. Non ci è voluto molto a convincermi. E sono ancora contento di quella scelta”.

Ultima stagione, poi si vedrà: “Non so cosa farò dopo. Non credo l’allenatore. Per adesso penso solo a giocare. È un bel campionato, equilibrato, senza una squadra fuori categoria come il Montespertoli l’anno scorso, anche se ci sono ottimi gruppi come Santa Maria, Malmantile o Sancascianese. Ci è rimasto l’amaro in bocca per come è finita la stagione passata. Per questo oggi ci piacerebbe rifarci”.

Insieme, Stefano e Daniel hanno visto il calcio cambiare e pure cambiare il rapporto tra il pallone e le nuove generazioni. Loro non hanno perso l’amore per questo sport.

Hanno giocato una vita, eppure “dopo una sconfitta – dice Daniel – sto ancora male, mi ci vuole un po’ per riprendermi. I ragazzi più giovani invece la vivono con un altro spirito. Ricordo con piacere i campionati vinti ma anche gli amici conosciuti sui campi, come Miliani, Marangio ma potrei fare tanti altri nomi”.

“Il calcio per noi è una parte importante della vita. Io finché ho giocato sul serio, la notte prima della partita dormivo con le scarpe da calcio sotto il letto” confessa con orgoglio Stefano.

Gabriele Fredianelli

PS: Noi intanto, per chiudere in bellezza, abbiamo ritrovato il tabellino di quella amichevole al Franchi, gennaio 2010, esordio in viola per il brasiliano Felipe, cinquemila spettatori in tribuna e un Rossi in campo per qualche minuto:

IL TABELLINO: 8-0

FIORENTINA: Frey, De Silvestri, Dainelli, Felipe, Pasqual, Jorgensen, Montolivo, Donadel, Vargas, Gilardino, Mutu. A disp.: Seculin, Comotto, Natali, Kroldrup, Gobbi, Agyei, Savio, Babacar, Castillo. All.: Cesare Prandelli.

CERBAIA: Santini, Dainelli, Vignoli R., Di Giulio, Guidi, Martini, Filindassi, Vignoli D., Brocchi, Simbula, Ghiandelli. A disp.: Rossi, Campolmi, Materassi, Beconcini, Pieri, Gailli, Molterni. All.: Fabrizio Polloni.

RETI: Gilardino 3, Castillo 2, Babacar 2, Mutu.

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