TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – Il miglior “millennial” sui campi fiorentini al momento è vestito col grigionero del Centro Storico Lebowski.

Note e formazioni alla mano, è difficile trovare qualcuno della sua annata che abbia fatto fin qui meglio di Lorenzo Calbi nei campionati dilettanti.

Classe 2000, 18 anni il prossimo aprile, non è ancora maggiorenne e in campo trova giocatori che potrebbero essergli padri o fratelli parecchio maggiori.

Eppure per lui l’impatto con il calcio “dei grandi” è stato quasi naturale. Il salto dagli Allievi Regionali dell’Impruneta Tavarnuzze alla Prima Categoria (con primo posto annesso, per inciso) è stato quasi un gioco.

Lo seguivano società di Serie D ed Eccellenza per inserirlo nelle loro formazioni Juniores, ma lui ha accettato la nuova sfida. Diventare uno dei simboli del nuovo accordo Tavarnuzze-Lebowski, e passare dal verdeazzurro al grigionero l’estate scorsa.

Finendo per diventare un esempio per i colleghi più piccoli che in futuro potranno ambire a ripercorrere le sue orme.

E se il Lebowski sin qui ha puntato forte sui giovani (lui, Vargas, Giorgetti, per fare i tre nomi più noti) e anche con gli Juniores sta facendo molto bene nel campionato provinciale, nessuno si sarebbe aspettato questo impatto per Lorenzo.

Primo gol in categoria ad aprire il match contro il Cubino con un colpo di testa (che pure non è la sua specialità), il secondo per fare far esplodere la “Pozzi” dopo il 3-2 in rimonta sulla Grevigiana con un diagonale micidiale a far sponda sul palo.

Dopo aver rischiato nel mezzo di decidere anche il big-match col Novoli (20 minuti finali e gol-partita a un soffio).

Reti pesanti, per nulla banali. Eppure lui non perde la tranquillità e la freddezza che mostra in campo.

Esterno brevilineo dal passo fulminante e bravo nello stretto, non è facile fermarlo neppure per i mastini più smaliziati della categoria.

Ma Lorenzo non perde la testa, nel raccontare l’approccio al calcio degli adulti: “I compagni mi hanno accolto subito benissimo nel gruppo. Potrebbe non essere facile avere a che fare con giocatori molto più grandi, eppure loro mi hanno subito fatto sentire parte dello spogliatoio”.

Romanista (“L’unico suo difetto” scherza Fausto Gonnelli, il d.s. che l’ha lanciato a Tavarnuzze), ha/aveva come idolo Totti fin da bambino e oggi come modello da studiare Messi (“Preferisco lui a CR7, non c’è storia. Sarà che è un giocatore che come tipologia vedo più simile a me, ovviamente senza paragoni tecnici”) ed è entrato subito nel cuore del suo tecnico Andrea Serrau, un altro dal gol nel sangue: “Il mister mi ha detto che si rivede in alcuni miei movimenti ed è un bel complimento. Mi ha dato fiducia e fin dall’inizio mi ha detto che sono un tipo di giocatore che gli piace. Ma non avrei mai pensato di giocare così tanto. Anche se so che poi potranno arrivare anche momenti meno positivi per me”.

“L’estate scorsa – racconta Fausto Gonnelli – mi ha chiesto un consiglio per il suo futuro. C’erano squadre importanti che lo seguivano, ma gli ho detto che poi sarebbe stato duro il passaggio dagli Juniores alla prima squadra. Nel Lebowski invece c’era la possibilità di giocarsi subito le sue opportunità. Io glielo consigliai, pensando anche alla serietà e alla correttezza di una società come il Lebowski. Io fossi in te rischierei, gli dissi. Ma lo devi sentire te, ne devi essere sicuro. E lui alla fine si è fidato e mi pare abbia fatto bene”.

Partito dal settore giovanile dello Scandicci, dove è rimasto sei anni, poi è arrivato il triennio all’Impruneta Tavarnuzze: “Ho avuto come allenatori Stefanelli e Marcucci. Quali sono le differenze che noto col settore giovanile? Che in Prima Categoria tutto deve essere funzionale ai tre punti, mentre nel settore giovanile puoi permetterti più di giocare la palla. Prima anche per me era più facile puntare e saltare l’uomo: adesso so che non sempre posso permettermi l’uno contro uno, ma magari è maglio l’appoggio a un compagno. C’è bisogno di ragionare di più, tutto deve essere funzionale alla squadra e al risultato”.

La linea verde del Lebowsk pare comunque tracciata, e magari presto Calbi non sarà l’unico 2000 in prima squadra: “Ci sono tanti bravi giocatori anche nella Juniores, e sono convinto che qualcuno prima o poi si meriterà una chance, come Walid o Bencini per fare i primi nomi che mi vengono in mente”.

“E’ un ragazzo di valore – completa il suo ritratto Gonnelli – che già due anni fa era stato convocato in Rappresentativa. Ha grande freddezza mentale e personalità. È del 2000 ma sembra un ventenne almeno per la testa che ha. Ha intelligenza superiore alla media, e il suo equilibrio lo aiuta sempre in campo. Vede molto bene la porta e possiede una buona tecnica individuale. Sono convinto che potrà togliersi delle belle soddisfazioni anche in futuro”.

Gabriele Fredianelli

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