Un tendine della spalla si è rotto. Mi opero o no? Questa potrebbe essere una domanda che risuona nella mente di molte persone, infatti oggi il dolore alla spalla è una problematica molto diffusa che diventa più frequente con l’avanzare dell’età, ma è estremamente presente anche nei giovani sportivi/e che praticano attività fisica dove gli arti superiori sono maggiormente coinvolti.

Molte volte vengono fatte diagnosi approssimative e di conseguenza anche i trattamenti (farmaci, infiltrazioni, interventi chirurgici ma anche “protocolli riabilitativi”) risultano spesso inefficaci. Tutto questo determina numerosi malcontenti e un grande caos con informazioni contraddittorie che circolano sia attraverso il passa parola che attraverso il web.

Quindi cosa è meglio fare? Chi si deve interpellare per avere una diagnosi corretta? A quali trattamenti è meglio sottoporsi? Facciamo chiarezza.

La spalla è un’articolazione molto mobile con limitate strutture passive (ossa e legamenti) a sostegno e quindi la componente di strutture attive (muscoli e relativi tendini) risulta fondamentale. In passato si è data molta importanza all’integrità di queste strutture accusandole spesso e volentieri di essere la fonte dei sintomi dolorosi.

In realtà esistono evidenze scientifiche che dimostrano che non sempre la causa del dolore è da attribuire a lesioni o degenerazioni  di queste strutture evidenziate attraverso l’esecuzione o di un esame ecografico, o di una risonanza magnetica.

Uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Roentgenology (rivista specializzata nelle indagini attraverso apparecchiature come ecografi e risonanze magnetiche. http://www.ajronline.org/doi/abs/10.2214/AJR.11.6971) dimostra come le alterazioni nei tessuti molli, ma non solo, siano presenti in abbondanza nella popolazione totalmente libera da dolori e quindi sana.

Nel grafico sono riportate le percentuali.

Quindi un referto di un’indagine strumentale non potrà mai dire da dove viene il dolore, al massimo potrà evidenziare quali sono le differenze rispetto all’anatomia ritenuta “normale”.

Il fenomeno della diagnosi basata semplicemente su immagini strumentali è in ampia diffusione, tanto che gli anglosassoni hanno coniato un acronimo per definire le persone che ne sono vittime: VOMIT (Victim of Medical Imaging Technology= Vittime delle indagini strumentali).

Da qui la necessità di una valutazione adeguata in quanto il dolore può avere svariate origini e quindi si consiglia sempre di rivolgersi a professionisti qualificati come Fisioterapisti OMPT (Orthopaedic Manupulative Physical Therapist) o Ortopedici specialisti di spalla.

Queste figure sono in grado di dirvi quale sia il vostro problema, consigliarvi la migliore soluzione ed eventualmente richiedervi un’indagine strumentale se e solo se la vostra situazione lo richiede.

Parlando invece di interventi terapeutici le evidenze scientifiche parlano molto chiaramente, ma ancora una volta il caos regna sovrano.

In particolare molte persone vengono sottoposte ad intervento chirurgico quando in realtà non sarebbe così necessario, tant’è che nel 2005 è stato pubblicato uno studio che ha comparato l’efficacia di un intervento riabilitativo, basato su esercizi, rispetto all’intervento chirurgico.

Ebbene a distanza di un anno non c’è differenza nei risultati tra chi ha eseguito il percorso riabilitativo e chi ha subito un intervento chirurgico; l’autore dello studio suggerisce che solo chi ha effettuato il percorso riabilitativo e non ha ottenuto risultati soddisfacenti dovrebbe optare per la sala operatoria.

Come se non bastasse, nel 2013 è stato eseguito un ulteriore studio a sostegno di questa teoria: 452 pazienti in lista di attesa per l’intervento per lesione completa di un tendine della spalla sono stati inseriti in un programma riabilitativo (sempre basato su esercizi) di sole 6 settimane.

Concluso il programma riabilitativo, soltanto il 25% ha optato per la soluzione chirurgica, mentre il 75% ha deciso di non operarsi in quanto la nuova condizione raggiunta era più soddisfacente per le loro richieste

In definitiva quello che vi consigliamo si può riassumere nei seguenti punti:

  • Mai affidarsi a soluzioni non supportate da solide basi scientifiche.
  • Rivolgersi sempre a professionisti come Fisioterapisti OMPT e Ortopedici specialisti della spalla.
  • La chirurgia non è l’intervento più indicato per risolvere definitivamente il dolore ad una spalla.
  • Un programma di esercizi calibrato sulle capacità del paziente eseguito sotto la supervisione di un fisioterapista rappresenta spesso il miglior intervento sostenuto da prove di efficacia scientifiche.
  • Le indagini strumentali forniscono informazioni limitate e non sempre sono necessarie.

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Articolo a cura del Dr. Luca Morandini, laureto in Fisioterapia, Master I livello in Terapia Manuale, socio fondatore di FisioLab Studio fisioterapico e FisioLab 2.0, amante del proprio lavoro e sportivo dilettante

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