TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – La tesi con la copertina rossa è all’ingresso della palestra della scuola media di Tavarnuzze, su un banchino a due passi dalla pista di pattinaggio dove si stanno esercitando le allieve della Apasi impegnate a disegnare i loro cerchi con i pattini.

È proprio a loro che è dedicato lo studio antropologico con cui si è laureata Ilaria Poggesi, una delle allenatrici dell’accademia di pattinaggio artistico. Sulla copertina rossa si legge “Viaggio antropologico nel mondo del pattinaggio artistico a rotelle: storia, analisi, dinamiche ed esperienza personale”.

“Il pattinaggio è una parte così importante della mia vita che non potevo non pensarci quando ho scelto l’argomento per la mia tesi”, racconta Ilaria, neo dottoressa in Scienze dell’Infanzia all’Università di Firenze, con un sorriso dolce che dedica anche alle sue piccole allieve, alcune delle quali si ritrovano anche tra le pagine della tesi.

Sfogliando ci si imbatte ad esempio nella testimonianza di Margherita, 4 anni: “Io non ho paura! Tanto se cacco non mi faccio nulla”, dice alla sua prima lezione in una pista piena di bambini, dove c’è chi si attacca alla ringhiera coprendosi il viso per la vergogna di non saper pattinare, chi ha bisogno di essere preso per mano, chi cade una volta e non vuole più continuare: “In tutti questi casi l’allenatore ha il ruolo di seguire il bambino e di insegnargli anche a cadere”, prosegue il racconto di Ilaria che quella pista la conosce da 13 anni.

“Ho iniziato proprio qui all’Apasi, dopo aver conosciuto il pattinaggio per caso durante lezione estiva al mare a Follonica e qua ho lasciato il cuore. Tanto impegno, tanto lavoro anche per organizzarsi con la scuola, per riuscire a raccogliere soprattutto la sfida a se stessi e migliorarsi ogni volta: è quello che ho imparato e ora cerco di trasmettere alle bambine”.

Nella tesi di Ilaria si trova un concentrato di tutto quanto è il mondo del pattinaggio, visto da Tavarnuzze ma non solo: tante sono le interviste ai genitori di bambini e ragazzi di ogni età ma si trovano anche le voci di allenatori italiani e stranieri, nomi conosciuti come Cristina Moretti allenatrice della Nazionale Italiana del pattinaggio artistico a rotelle che è stata anche l’insegnante di Ilaria, del pattinatore australiano Jayson Sutcliffe o dell’argentino Daniel Arriola.

“L’agonismo è la componente irrinunciabile di questo sport, che è espressività, musicalità e lustrini, ma a differenza della danza non c’è uno spettacolo fine a se stesso. Questo aspetto viene fuori da ogni intervista: anche per le bambine la possibilità di mettersi in gioco, di misurarsi con le altre in gara, regala quel qualcosa in più che piace a chi si appassiona ai pattini”, spiega ancora Ilaria che tra le soddisfazioni agonistiche conserva la medaglia di quel terzo posto conquistato ai campionati italiani all’età di 17 anni.

Lisa Baracchi

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