Cesare Ameli, presidente dell'Atletico Calcio Impruneta

IMPRUNETA – E’ davvero una bella storia quella di Edoardo “Dodo” Banchetti, la mezzapunta dell’Atletico Calcio Impruneta che domenica scorsa ha fatto tornare indietro l’arbitro dalla decisione di assegnare un rigore sull’1-1 contro il Barberino, a pochi minuti dalla fine.

Un gesto d’istinto per un ragazzo che ama il calcio come forse pochi altri. E che dicendo al direttore di gara che il fallo era avvenuto fuori area ha compiuto un altro atto d’amore verso il suo sport.

E dopo le parole di elogio spese dal presidente del San Donato Tavarnelle, Andrea Bacci, rimasto colpito dalla storia, è proprio il presidente di Andrea, Cesare Ameli, a sottolineare con grande trasporto l’orgoglio di avere in squadra questo ragazzo.

“La nostra società – ci dice Ameli – è orgogliosa di Edoardo, di quello che ha fatto. Ed è un qualcosa che non ci ha sorpreso, visto che conosciamo l’alto valore morale e umano di questo bravissimo ragazzo”.

Sì, perché come ci racconta Ameli, il legame di Edoardo con il calcio è davvero unico: “Se si pensa – prosegue – che in tre anni è stato quasi due anni e mezzo infortunato e non ha mai pensato di smettere. Anzi…”.

“Io – continua il presidente – ho giocato a calcio per 15 anni, ma non ho mai visto nessuno con la sua forza di volontà. Edoardo ha sofferto per il calcio: anche quando era infortunato veniva con la squadra ogni domenica, in casa e fuori. Prima del calcio d’inizio faceva addirittura un po’ di preparazione atletica, poi si sedeva in tribuna a guardare la partita”.

“Questo è il terzo anno che è all’Impruneta – dice ancora Ameli – nel primo anno si fece male, l’anno scorso è rientrato le ultime due partite e ha fatto il gol della salvezza a Faella. Questo appena iniziato, per adesso, è un anno positivo. Speriamo, per lui e per noi, che continui così”.

Poi Ameli conclude andando a ritroso fino agli ultimi minuti della partita di domenica scorsa, seguita dalla tribuna: “Edoardo aveva avuto un risentimento ed era entrato nel secondo tempo proprio per non rischiare. Il rigore? L’arbitro aveva preso un abbaglio grossissimo, anche dagli spalti abbiamo visto che era un paio di metri fuori area. Pensavo avesse fischiato la punizione e poi si fosse girato verso il dischetto per ammonire il portiere per proteste. Edoardo ha fatto semplicemente quello che ci si aspetta da un bravo ragazzo come lui: e noi ne siamo orgogliosi”.

Matteo Pucci

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