I Mondiali di atletica leggera che hanno visto lo sfortunato Usain Bolt infortunarsi nella sua ultima apparizione in una competizione di atletica leggera (ovvero la finale della staffetta 4×100 con la sua Jamaica ai Campionati Mondiali a Londra), ha fatto sì che si risvegliasse l’attenzione, mai assopita, per le lesioni muscolari degli Hamstring.

Prendendo spunto da un articolo comparso sul Blog del British Journal of Sport Medicine, vi proponiamo un quadro sintetico sullo stato dell’arte su questo argomento.

Le lesioni degli Hamstring (ovvero i muscoli posteriori della coscia, detti anche ischiocrurali o flessori di ginocchio) sono traumi muscolari comuni nell’atletica, nel calcio, nel rugby e nel football australiano, tutti sport che comportano l’esecuzione di scatti di corsa, con accelerazioni e decelerazioni improvvise.

Queste attività aumentano le forze eccentriche all’interno dei muscoli flessori, incrementando di conseguenza la probabilità di lesioni.

Il capo lungo del bicipite femorale (CLBF), uno dei quattro muscoli che compongono i flessori, risulta essere particolarmente vulnerabile a questo tipo di infortuni, arrivando a rappresentare l’80% delle lesioni in questa regione.

Negli sport come il calcio e il rugby, fino all’80% delle lesioni del CLBF sono dovute alla corsa ad alta velocità.

Le grandi variazioni di lunghezza dell’unità muscolo-tendine a velocità molto elevate sono probabilmente un fattore contribuente.

Inoltre l’età, la debolezza eccentrica del muscolo, una capacità ridotta di allungamento, un’eccessiva forza del quadricipite e lesioni precedenti sono fattori di rischio già conosciuti all’interno della letteratura della medicina dello sport.

Discorso differente per le lesioni dei muscoli flessori mediali, in quanto queste sembrano essere causate dallo stiramento del muscolo agli estremi del suo range di movimento, come spesso accade nella danza, nella ginnastica artistica o nel tennis ad esempio.

I motivi di queste discrepanze tra le diverse aree di lesioni dei flessori rimangono ancora poco chiari, nonostante un crescente numero di prove.

Ci sono prove scientifiche promettenti che indicano che l’incidenza delle lesioni può essere minimizzata.

Gli esercizi denominati Nordic Hamstring risultano essere efficaci per prevenire le lesioni dei muscoli flessori.

Le evidenze scientifiche ad oggi disponibili indicano la forza eccentrica degli ischiocrurali come la misura preventiva più efficace nel calcio.

Ad esempio, quando gli esercizi Nordic Hamstring sono stati utilizzati da calciatori maschi sia professionisti che amatoriali, le lesioni acute dei flessori sono state ridotte del 70%.

Il modo migliore per prevenire le lesioni dei flessori dovute alla corsa ad alta velocità è migliorare le capacità muscolare.

Ciò può essere ottenuto incrementando la tolleranza eccentrica ad elevati carichi sia come volume che come intensità e incrementando la capacità di allungamento. I miglioramenti nella capacità di forza eccentrica sono associati ad una maggiore capacità di dissipare le elevate forze presenti durante gli sprint.

Il meccanismo più potente per incrementare la capacità muscolare (e quindi ridurre la probabilità di una lesione) è rappresentato dagli esercizi che aumentano la forza eccentrica e la lunghezza del CLBF.

Nonostante l’aumento delle conoscenze e la chiarezza delle evidenze scientifiche, il numero di lesioni, anche a livello professionistico, rimane elevato; infatti uno studio danese ha evidenziato come in una stagione calcistica si verifichino almeno tre episodi per squadra, con stessa frequenza in entrambe i sessi.

Come già ampiamente discusso sopra, ci sono forti evidenze a sostegno dell’efficacia dei programmi di prevenzione, ma spesso vengono adottati programmi di prevenzione che non seguono le prove scientifiche oppure spesso l’adesione al programma è molto bassa, facendo sì che il numero di infortuni rimanga comunque elevato.

Se volessimo riassumere in poche parole quanto detto fin ora, chi ha una muscolatura debole e corta è ad alto rischio di infortunio per i flessori di ginocchio, mentre chi ha una muscolatura forte e allungabile ha un ridotto rischio di infortunio.

Un programma di prevenzione, calibrato dopo un’accurata valutazione effettuata da personale qualificato, ha il potere ridurre il rischio di infortunio e di recidive a livello dei flessori di ginocchio.

Dr. Luca Morandini (Laureato in Fisioterapia, master I livello

in Terapia Manuale , socio fondatore di FisioLab studio

fisioterapico e FisioLab 2.0, amante del proprio lavoro e sportivo dilettante)

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