GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Era partita per l’Estremo Oriente carica di entusiasmo e di speranze. Incontriamo Paola Biagioli, grassinese, nuotatrice azzurra, al suo ritorno dalle Universiadi di Taipei.

Per un bilancio sulla competizione e per farci raccontare come nasce la sua passione per il nuoto.

Paola dagli assoluti in Italia alle Universiadi a Taipei. Emozioni?

“Ero sicuramente molto emozionata all’idea di partecipare ad una manifestazione internazionale di questo calibro, la più simile per organizzazione ad un’Olimpiade: conquistare questa convocazione è stato l’obbiettivo di questa stagione che non poteva quindi terminare in modo migliore”.

Con quali obiettivi eri sbarcata in Oriente?

“I miei obbiettivi per questa occasione erano quelli di dare il mio miglior contributo possibile alle staffette e quindi rappresentare al meglio la mia nazione, poiché è sempre un onore poter indossare la maglia azzurra. E sicuramente fare tanta esperienza in campo internazionale, imparare dai compagni di squadra più avvezzi a questo tipo di gare”.

Come è andata? Con quali sensazioni torni a casa?

“Ho partecipato alle staffette 4X100 e 4X200 stile libero, sono soddisfatta complessivamente delle mie prestazioni, ho pagato un po’ di emozione nella finale della 4X100, non sono riuscita a rimanere molto lucida, mi sono fatta un po’ trasportare dalla situazione e questo mi ha portata a peggiorare di qualche decimo il tempo nuotato nella qualifica della mattina. Ma ho imparato molte cose, torno a casa con tanta tanta esperienza in più”.

Facciamo più di un passo indietro: come nasce e come si è sviluppata la tua passione per il nuoto?

“Mia mamma mi ha iscritta ai corsi di nuoto quando avevo circa 5 anni perché saper nuotare nella vita è sicuramente molto importante. Da lì i miei istruttori notarono che ero portata per questo tipo di sport e mi proposero il pre-agonismo, da quel momento la passione è nata piano piano e non mi sono più allontanata da una piscina”.

Quali i momenti top del tuo sport e quando invece ti viene voglia di… mollare?

“I momenti top del mio sport sono senza dubbio quelli in cui si migliorano i propri tempi, si vince e si riesce a confermarsi gara dopo gara; non è sempre facile però. Il nuoto poi è uno sport difficile che ti fa pagare gli errori, a volte anche in maniera molto amara. A questi momenti infatti si accompagnano i più brutti, quelli in cui dopo mesi di duro lavoro in acqua e in palestra non si riesce ad esprimere il meglio nell’occasione che conta. E quindi sembra che tutti gli sforzi vengano vanificati in 30 secondi di gara: l’importante in questi casi è ricordarsi che l’impegno e il lavoro pagano sempre prima o poi, quindi rimboccarsi le maniche e rimettersi a testa bassa a macinare chilometri”.

Sei grassinese. Riesci a mantenere un rapporto con il tuo paese nonostante gli impegni sportivi?

“Sono grassinese, anche se la mia vita si svolge a Firenze dato che mi alleno nella piscina di Bellariva. Ma sono legata al mio paese, sono di qua due mie care amiche d’infanzia, Viola e Federica, vengo spesso soprattutto d’estate per aiutare la mamma con le commissioni di tutti i giorni, e sono qua i miei negozianti di fiducia”.

Come ti vedi… fra qualche anno?

“Sono giovane, tra qualche anno mi vedo ancora con cuffia e occhialini in mano, soprattutto adesso che la mia passione è diventata un lavoro grazie all’ingresso nel gruppo sportivo dei carabinieri”.

Matteo Pucci

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