SAN CASCIANO – Andrea Salvini nasce a San Casciano nel 1967 ed inizia a dare i primi calci al pallone proprio tra i giallo-verdi della Sancascianese.

Giunto alle soglie del settore giovanile però, Andrea decide di cambiare aria e passare al Grassina, dove disputerà i campionati di Giovanissimi ed Allievi.

Ala destra dotata di una velocità straordinaria e di un ottimo tocco di palla, Salvini attira in poco tempo su di sé l’attenzione dei dirigenti e dell’allenatore della prima squadra. Che ad appena 16 anni decide di farlo esordire in Promozione. 

“Ero appena un ragazzino – torna indietro con gli anni Salvini – e non vedevo l’ora di entrare in campo. Giocavamo in casa contro la Castiglionese quando a 10 minuti dal termine dell’incontro il mister decise di mettermi in campo. Cercai di rincorrere tutti i palloni, ma riuscii a commettere solo tanti falli. La prestazione non fu delle migliori ma l’emozione di quella giornata rimarrà unica”.

Nonostante l’esordio e le ottime stagioni disputate nel settore giovanile dei rosso-verdi, Salvini opta per il ritorno in patria e lo fa nella stagione ’83-’84. Quando torna così a vestire la maglia della sua Sancascianese. 

L’anno del ritorno è un anno speciale per Andrea. Riesce infatti a vincere il campionato Under 20 contro i rivali del Montelupo e a collezionare anche diverse presenze in Prima Categoria. 

“Quell’anno eravamo davvero forti. – ricorda Salvini – Potevamo contare su giovani di talento come il fantasista Piero Vitale, il centrocampista Francesco Ermini e la punta Michelangelo Esposito, detto Ciccillo“.

I ricordi si accavallano: “Di quella stagione la partita che ricordo con più entusiasmo è senz’altro la vittoria per 3-2 a Montelupo, nostro diretto concorrente alla vittoria finale del titolo. In quella gara misi a segno una doppietta: il primo gol lo segnai di testa, alla… Paolo Rossi contro la Polonia; l’altro invece arrivò sugli sviluppi di un calcio di punizione di Ciccillo: il portiere la respinse corta ed io fui abile a ribadire a rete.”

Tanti i compagni con cui Andrea ha condiviso la passione per il pallone a scacchi nel corso della sua lunga carriera, ma su tutti due sono i giocatori che l’hanno realmente impressionato: l’attaccante Ferroni Nigro ed il libero Antonio Bagni (scomparso purtroppo qualche anno fa).

“Due giocatori con caratteri completamente diversi – ci spiega Salvini – Nigro era un fenomeno ma allo stesso tempo non aveva testa per giocare a calcio, il classico genio e sregolatezza. Fu anche chiamato dal Torino ma alla fine l’affare saltò. Antonio era invece un salutista ed un atleta perfetto: un esempio per tutti, sopratutto per i più giovani.”

Tra le tante stagioni disputate da Andrea, quella più esaltante dal punto di vista personale e realizzativo è stata senz’altro la stagione ’86-’87, sempre a San Casciano in Prima Categoria ma stavolta agli ordini di mister Bicchierai.

“Quell’anno riuscii a segnare ben 18 gol – racconta Salvini – fu un’annata perfetta nonostante il servizio militare che iniziai sul finale di stagione. Ricordo che per farmi giocare le ultime partire il presidente Marco Paolacci veniva a prendermi in Piemonte, a Casale Monferrato ed a bordo della sua Lancia Tema percorrevamo centinaia di chilometri ogni benedetta domenica. Furono però sacrifici ripagati con una grande salvezza”.

La stagione più triste per Andrea giunge invece l’anno successivo, quando viene squalificato per sei mesi dalla Federazione.

“Giocavamo in casa contro la Juventus Tavola di Prato – ricorda un amareggiato Salvini – e al termine della gara l’arbitro fu letteralmente ricoperto di insulti da tifosi e giocatori. Qualche maleducato sputò sul collo al direttore di gara che purtroppo accusò me dell’accaduto. La settimana successiva, quando fui informato della mia squalifica, rimasi davvero allibito e molto dispiaciuto nel leggere il referto della partita. In vita mia son sempre stato una persona onesta e non ho mai tenuto atteggiamenti così antisportivi, per questo alla fine non ho mai digerito tutta questa brutta vicenda”.

Questa sarà la penultima stagione di Salvini in maglia giallo-verde, perché nella stagione 89-90 passa a titolo definitivo alla Rufina in Promozione.

È proprio con la maglia bianconera che Andrea segna il gol più emozionante di tutta la sua intera carriera e lo segna in casa proprio contro la sua Sancascianese, neo promossa dalla Prima Categoria. 

Lo ricorda esattamente, fotogramma per fotogramma: “Al 90’ stavamo conducendo la gara per 1-0. I sancascianesi erano tutti sbilanciati in avanti ed io fui lanciato in contropiede in velocità dalla nostra punta. Campo libero, solo davanti al portiere in uscita. Cercai di trarlo in inganno con una serie di finte, ma niente, non cadeva mai. Persi così diverso tempo e riuscirono a rientrare anche altri tre difensori avversari. Fu in quel momento che allora mi portai la palla sul sinistro e fintai il tiro: tutti e quattro caddero nella mia finta e rimasero a terra, a quel punto rientrai sul destro e appoggiai il pallone in rete”.

Alla Rufina Andrea trova un ambiente sereno, si sente coccolato e stimato. Purtroppo però la sua esperienza in bianconero si conclude anzitempo a causa di un brutto incidente stradale che gli causa la frattura della mandibola. Starà lontano dal campo per diverso tempo e al suo rientro decide di trasferirsi in un posto più vicino a casa: San Donato.

A San Donato in Promozione trascorrerà i suoi ultimi tre anni di carriera tra i dilettanti, al fianco di un altro sancascianese: il portiere Gino Casini.

Curiosità di quegli ultimi anni sono il numero di rigori che Andrea, grazie alla sua rapidità e scaltrezza, riesce a conquistare in un solo anno: in tutto saranno 13, un vero record per il tempo.

Andrea però non sa che il destino ha in serbo per lui un’altra gioia, un’altra emozione riconnessa al mondo del calcio. Siamo a cavallo degli anni 2000 ed Andrea ricopre il ruolo di dirigente accompagnatore presso gli Amatori dell’Arci San Casciano.

L’Arci è in trasferta a Cerreto Guidi e sta per affrontare il Cerro Club. Vi è però un grosso quanto singolare problema: manca il portiere. 

“Per una serie di circostanze – racconta Salvini – mi ritrovai tra i pali a difendere la porta dell’Arci in una gara ormai passata alla storia. In quella partita riuscii a parare ben due rigori: io che di rigori ne ho conquistati tanti, mi sono ritrovato per la priva volta a doverli parare, una situazione davvero strana per me”.

“La seconda parata – sorride concludendo – arrivò addirittura a 2 minuti dal termine dell’incontro e nei minuti di recupero riuscimmo persino a segnare il gol del 2-1 finale grazie a Giacomo Biancalani, difensore, quel giorno autore di una fantastica doppietta. Al triplice fischio eravamo davvero impazziti, una gioia unica”.

Duccio Becattini

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